Europei nuoto: l’Italia chiude in trionfo, oro per Ceccon nella 4×100 mista maschile

L'Italia del nuoto non intende svegliarsi dal sogno regalato dal team azzurro che ha dominato la rassegna continentale più trionfale della sua storia natatoria

Foto Alfreedo Falcone - LaPresse

ROMA – “Io resto qui”. L’Italia del nuoto non intende svegliarsi dal sogno regalato dal team azzurro che ha dominato la rassegna continentale più trionfale della sua storia natatoria. E quel cartello spuntato sugli spalti gremiti racconta di quanto sia stata magica l’avventura vissuta nel catino del Foro Italico che, dopo pomeriggi di gloria, ‘straborda’ nella giornata finale, mettendo in bacheca altre sette medaglie, di cui due d’oro, che portano lo score a 35 podi con 13 titoli continentali da consegnare agli almanacchi. Un’abbuffata che stordisce e scatena il tifo azzurro sulle tribune con il pubblico in festa, sulle note dell’Inno di Mameli, i ‘po po po’ dei Mondiali di calcio del 2006, e il giro a bordo piscina dei suoi beniamini. Manca solo una coppa da alzare in cielo. Una celebrazione infinita che ci si aspettava bella e affascinante. Ma non così.

A chiudere con il botto ci ha pensato la 4×100 mista maschile che, nell’ultima gara in programma, annichilisce gli avversari, lasciando il resto d’Europa ad inseguire. La prova offerta dai quattro ‘moschettieri’, Thomas Ceccon, Nicolò Martineghi, Matteo Rivolta e Alessandro Miressi, che in 3’28″46 (record dei campionati) spezzano la concorrenza con un monologo schiacciante (la Francia d’argento è rimasta distante quasi 4″), è la fotografia che meglio di ogni altra esprime la potenza e la qualità del movimento italiano che fa uscire anche qualche lacrima di commozione. “I campioni d’Europa siamo noi”, recita un altro cartello che fa riecheggiare l’estate del calcio di 12 mesi fa. “Avevo già detto nei giorni scorsi che questa staffetta non aveva rivali e così è stato. Chiudiamo nel migliore dei modi”, ha dichiarato Thomas Ceccon, vero mattatore di questo gran finale. L’atleta delle Fiamme Oro, un’ora prima, si era preso l’oro individuale nei 100 dorso superando in 52″21 la concorrenza del greco Apostolos Christou. Diventa così il primo uomo nella storia a conquistare un titolo continentale a farfalla, dorso e stile libero (4×100) e tutti nella stessa edizione.

La sorpresa azzurra di giornata porta però la firma di un califfo d’autore, Leonardo Deplano, favoloso argento nei 50 stile libero in 21″60, a due centesimi dal britannico e bicampione mondiale Benjamin Proud oro in 21″58. Secondo posto senza rimpianti per Benedetta Pilato che, mette alle spalle la fatica di un anno vissuto al massimo, conquistando l’argento nei 50 rana, dopo aver vinto i 100. La vicecampionessa iridata e primatista mondiale (29″30) chiude in 29″71, battuta dalla fuoriclasse lituana Ruta Meilutyte, oro in 21″59.

Festa anche per Simona Quadarella, il cerchio che abbraccia Glasgow, Budapest e Roma si è chiuso. L’azzurra manca la terza tripletta consecutiva agli Europei ma compie comunque un’impresa storica, prendendosi l’argento nei 400 stile libero (4’04″77 con oro alla tedesca Isabel Gose), un dominio che rimarrà negli annali e una medaglia che si unisce ai successi negli 800 di venerdi e nei 1500 di lunedì e alle triplette d’oro del 2018 in Scozia e del 2021 in Ungheria. C’è poi Alberto Razzetti che chiude con un clamoroso argento nei 200 misti, migliorando il bronzo di Budapest 2021. Dieci centesimi lo separano dall’oro dell’ungherse Hubert Kos che ha chiuso 1’57″72. L’entusiasmo e la passione dello Stadio del Nuoto abbracciano Ilaria Cusinato che, dopo due anni difficili a causa di piccoli e grandi infortuni, torna ad essere il talento che tutti conoscono ed è bronzo scintillante nei 200 farfalla ( 2’07″77) come a Glasgow 2018.

Il nuoto si congeda lasciando spazio ai campioni delle acque libere e ai tuffi che con la coppia azzurra Chiara Pellacani e Matteo Santoro ottiene il bronzo nel sincro mixed da tre metri e conquistano la quinta medaglia consecutiva azzurra nella specialità a questi Europei che nessuno vorrebbe finissero mai. “Io resto qui”.

(LaPresse)

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