Ex Ilva, sale l’ipotesi Invitalia. L’ad di Mittal: “Trovata la soluzione sull’indotto”

Un aiuto concreto per una mano 'statale' sull'acciaieria, con Mittal che partendo da una richiesta di 5mila esuberi punta nel negoziato ad ottenere 2mila dipendenti fuori dal perimetro industriale

Stabilimento siderurgico dell'Ilva a Taranto
Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

ROMA – Per il futuro dell’Ex Ilva prende quota l’ipotesi Invitalia. Mentre il governo lavora sottotraccia per un nuovo piano industriale con ArcelorMittal, dal Mise arriva una conferma sul possibile coinvolgimento dell’agenzia pubblica per lo sviluppo d’impresa e l’attrazione degli investimenti. Che nominalmente fa capo al Ministero dell’Economia.

L’ipotesi Invitalia

“Invitalia è una delle possibilità in campo”, ha ammesso il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, che pressato dai cronisti ha confermato come l’esecutivo stia “valutando diverse ipotesi, perché Cassa Depositi e prestiti per statuto è difficile che possa intervenire”. In pratica Via XX Settembre starebbe lavorando con l’ente per un lavoro sulla zona economica speciale di Taranto. Puntando anche su sconti sugli affitti e sulle bonifiche.

La linea di Conte

Un aiuto concreto per una mano ‘statale’ sull’acciaieria, con Mittal che partendo da una richiesta di 5mila esuberi punta nel negoziato ad ottenere 2mila dipendenti fuori dal perimetro industriale. Con il Cantiere Taranto, è una delle ricostruzioni delle ultime ore, si potrebbe virtualmente assorbire parte di questa forza di lavoro, ma il premier Giuseppe Conte ha ribadito più volte come intenda “salvaguardare al massimo il livello occupazionale del gruppo”.

Salvini attacca

E se Patuanelli si dice disponibile anche a tornare all’Iri “in un momento in cui è necessario proteggere le nostre imprese”, sullo scudo penale scoppia una nuova polemica politica. La commissione Bilancio al Senato ha infatti dichiarato inammissibile l’emendamento leghista per il ripristino della tutela legale e Matteo Salvini attacca: “Da Conte e Renzi solo chiacchiere e bugie. Lasciano senza lavoro migliaia di lavoratori e condannano l’Italia a rinunciare a una produzione fondamentale per ogni paese industrializzato”.

Il tema, al momento, è solo rinviato dal governo, ma servirà altro tempo per trovare una quadra tra le tante anime della maggioranza. Anche per questo motivo domani i commissari dell’amministrazione straordinaria dell’Ilva potrebbero chiedere un rinvio in Tribunale rispetto al ricorso d’urgenza presentato contro il recesso di Mittal. L’azienda, dal canto suo, ha incontrato a Taranto i vertici di Regione Puglia e Comune. Confermando l’accordo sul pagamento delle fatture al 31 ottobre per le imprese dell’indotto.

L’azienda Mittal

“Abbiamo avuto qualche difficoltà nei giorni scorsi e non voglio minimizzar. Ma sono contenta che grazie al presidente e al sindaco siamo riusciti a risolvere questi problemi. Siamo riusciti ad immaginare insieme un percorso di coordinamento tra la realtà produttiva locale e l’acciaieria di Taranto”, ha spiegato l’ad Lucia Morselli. Che apre positivamente alla nuova fase di dialogo: “Non voglio che ci siano malintesi, spero ci vedremo con con cadenza mensile. Per qualsiasi chiarimento l’azienda è aperta, tutti i giorni sono buoni per venire a trovarci”. Invito esteso anche al governo? C’è un mese di tempo per scoprirlo.

(AWE/LaPresse/di Alessandro Banfo)

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