Expo: la Procura Generale ricorre contro il proscioglimento di Sala

L'attuale Sindaco, secondo l'accusa, avrebbe superato i limiti dei propri poteri

Foto Fabrizio Corradetti / LaPresse
di Benedetta Dalla Rovere

MILANO (LaPresse) – La Procura Generale di Milano ha depositato alla Corte d’Appello il ricorso contro il proscioglimento del sindaco di Milano. Ex commissario unico di Expo, Giuseppe Sala. E’ accusato di abuso d’ufficio. Per aver affidato direttamente alla Mantovani spa la fornitura del valore di 4,3 milioni di euro di 6mila alberi per il sito di Rho Pero. Il proscioglimento per Sala (già a processo anche per falso ideologico e materiale) è stato deciso dal gup Giovanna Campanile lo scorso 29 marzo. I giudici della seconda Corte d’Appello, presieduti da Giuseppe Ondei, dovranno decidere se confermare il non luogo a procedere o al contrario rinviare a giudizio il sindaco.

Giuseppe Sala, secondo l’accusa, avrebbe superato i limiti dei suoi poteri

Per i sostituti pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo, Sala, in qualità di ex numero uno di Expo, ha travalicato i limiti dei suoi poteri di deroga. Poteri che aveva ottenuto con la nomina da parte del governo a commissario unico per l’Esposizione Universale. Il tutto, applicandoli in maniera impropria quando nel 2013 ha deciso di affidare senza alcuna gara la fornitura del verde. In sostanza, Sala, con quella decisione, avrebbe violato l’articolo 57 del codice degli appalti. Articolo che prevede che le deroghe possano essere applicate ai servizi, ma non alle forniture. La sua sarebbe stata in pratica una sorta di “deroga della deroga” messa in atto, secondo i sostituti Pg, violando la normativa italiana ed europea in materia. Gaballo e Calia hanno anche evidenziato che da parte di Sala c’era “dolo intenzionale” nel commettere l’abuso d’ufficio in concorso con l’ex manager di Expo, Angelo Paris.

Su posizioni opposte, invece, il gup Campanile che aveva prosciolto Sala. Perché, a suo avviso, non c’era stata “nessuna delle violazioni di legge indicate dall’accusa”. Violazione che avesse “trovato conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto”. E dunque non si poteva ravvisare alcuna violazione perché l’operato del primo cittadino “ha trovato pieno riscontro nelle determinazioni del Cda” di Expo in relazione “alla questione delle essenze arboree”.

“Nessuna delle violazioni di legge indicate dall’accusa ha trovato conferma”. Questo quanto si legge nelle motivazioni

“Pertanto, non si ritiene utile l’esperimento della fase dibattimentale che nulla potrebbe aggiungere o immutare a queste conclusioni, data la completezza delle indagini che induce a escludere l’emersione di nuovi e contrari elementi di prova. Spetta quindi a questo giudice di dichiarare il non luogo a procedere nei confronti dell’ingegner Paris e del dottor Sala perché il fatto non sussiste”.

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