Fase 2, via libera al protocollo di sicurezza. Esulta il Governo

Il governo non nasconde la propria soddisfazione: per la ministra del lavoro Nunzia Catalfo si è trattato di un "confronto proficuo e positivo"

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse

ROMA – L’intesa governo-parti sociali c’è, ora è davvero tutto pronto per la fase 2. Al termine di un confronto maratona in alcuni momenti vicino alla rottura, l’esecutivo ha trovato la quadra per aggiornare il protocollo sulla sicurezza in materia di salute sui luoghi di lavoro. Di fatto, si tratta di una versione 2.0 del testo firmato il 14 marzo scorso per contrastare il Covid in vista delle riaperture imminenti delle attività produttive previste dal 4 maggio in poi. Il punto principale è stato anche il nodo più delicato nella trattativa: “La mancata attuazione dell’accordo che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza”.

L’accordo sui protocolli di sicurezza

In pratica, come avevano già chiesto con forza anche i membri del Comitato tecnico scientifico, la prosecuzione delle attività produttive potrà avvenire “solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione”. Nel testo, lungo 13 capitoli, si prevede l’uso di mascherine e gel igienizzanti, il controllo della temperatura, la certificazione medica di avvenuta negativizzazione, nuove turnazioni e spazi di lavoro rinnovati.

I test? Nelle aree maggiormente colpite dal virus, l’autorità sanitaria competente dovrà disporre “misure aggiuntive specifiche. Come ad esempio, l’esecuzione del tampone per i lavoratori e il datore di lavoro fornirà la massima collaborazione”. Ma i lavoratori delle altre Regioni non saranno lasciati a loro stessi. Ci sarà sempre un medico competente che potrà “suggerire l’adozione di eventuali mezzi diagnostici qualora 14 ritenuti utili al fine del contenimento della diffusione del virus e della salute dei lavoratori”.

Esulta il Governo

Il governo non nasconde la propria soddisfazione: per la ministra del lavoro Nunzia Catalfo si è trattato di un “confronto proficuo e positivo. La tutela della salute di tutti i lavoratori – esce ulteriormente rafforzata. Questo era il nostro obiettivo iniziale e lo abbiamo nuovamente centrato”. Un passo avanti per ripartire, anche perché l’obiettivo, come sottolinea il titolare del Mise Stefano Patuanelli, è poter riaprire “gradualmente con regole chiare e in piena sicurezza”. Per la Uil di Carmelo Barbagallo si è arrivati nella notte anche vicini alla “rottura”. Ma alla fine “ha prevalso il senso di responsabilità”, mentre il leader Cgil Maurizio Landini parla di “accordo positivo”, perché “ora dobbiamo dare gambe alla sicurezza dei lavoratori e alla ripresa produttiva”.

L’intesa con i sindacati

“Dopo un negoziato molto lungo e complesso con le associazioni datoriali abbiamo trovato una sintesi equilibrata e responsabile attraverso l’inserimento di azioni e procedure molto innovative”, è infine il commento di Annamaria Furlan della Cisl. Un parte del protocollo riguarda anche lo smart working. Il telelavoro va utilizzato “per tutte quelle attività che possono essere svolte presso il domicilio o a distanza nel caso vengano utilizzati ammortizzatori sociali”.

(LaPresse/di Alessandro Banfo)

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