Ponte Morandi, la finanza negli uffici di Ministero e Regione. Il ‘metodo’ Benetton e le ipotesi sulle cause del crollo

In una lettera dello scorso febbraio il direttore delle manutenzioni di Autostrade avvisava il Ministero dei rischi per i ritardi al potenziamento del ponte.

ROMA – Fiamme gialle negli uffici del Mit. La guardia di finanza ieri pomeriggio ha eseguito un decreto di sequestro emesso dalla procura di Genova. L’acquisizione riguarda tutta la documentazione relativa al ponte Morandi dopo il crollo avvenuto lo scorso 14 agosto.

I militari hanno fatto visita alle sedi del Ministero delle Infrastrutture e al suo ufficio ispettivo territoriale di Genova. Carte sottochiave anche nella sede del Provveditorato delle opere pubbliche di Liguria, Piemonte e Val d’Aosta.

Il ‘metodo Benetton’: zero concorrenza e spese in costante aumento ai caselli

Quello di Autostrade sembra un business praticamente perfetto. Con zero concorrenza e con i ricavi che continueranno anno su anno a crescere grazie ai costanti incrementi tariffari. Basta controllare i costi e investire il meno possibile. Così la redditività mostruosa e crescente è assicurata. Per i gestori autostradali, dai Benetton ai Gavio, passando per Toto,  è una miniera d’oro. Poco rischio e tanti flussi di cassa, tali da consentire ingenti indebitamenti. E difatti spendono di più per gli oneri finanziari che per gli investimenti sulla rete.

In cifre: solo il 30% dei ricavi per la manutenzione

Tutti i costi, compresi investimenti e manutenzione, valgono quindi tra i poco più di 30 ogni 100 euro incassati dai pedaggi. I Benetton nel 2017 con la loro società hanno programmato investimenti per la rete  per soli 550 milioni su 3,5 miliardi di ricavi da pedaggio. Hanno pagato oneri di concessione per 465 milioni e remunerato i dipendenti per altri 500 milioni. Hanno speso quasi di più per pagare gli interessi sul debito monstre che hanno scaricato sulle spalle della società dopo l’operazione a leva con cui hanno conquistato il possesso di Autostrade. Per gli oneri finanziari la società ha sborsato, sempre nel solo 2017, 465 milioni.

La lettera di Autostrade al Mit

Intanto l’Espresso ha anticipato una lettera datata 28 febbraio 2018. Nella missiva il direttore delle manutenzioni di Autostrade, Michele Donferri Mitelli, metteva in guardia il Ministero e il Provveditorato. Le sue parole riguardavano proprio i rischi per la sicurezza legati al ritardo dell’approvazione del progetto esecutivo di rinforzo del ponte. In particolare si chiedeva di accelerare l’iter proprio per garantire “l’incremento di sicurezza necessario sul viadotto Polcevera”.

La lettera inviata al ministro delle Infrastrutture dalla società autostrade non era “d’allarme”. Bensì sarebbe dovuta servire a sollecitare l’approvazione del progetto – puntualizza poi la società – di miglioramento del viadotto Polcevera. E’ quanto sottolinea in una nota la società Autostrade definendo fuorviante un’interpretazione allarmistica.

Lo stesso ingegner Morandi era stupido del prematuro degrado dei materiali

Tra i documenti acquisiti dalla Gdf, c’è anche la relazione degli anni ’80 dello stesso progettista Riccardo Morandi in cui si diceva stupito del degrado dei materiali. “E’ uno dei documenti presi dai consulenti tecnici – ha confermato il procuratore Francesco Cozzi -. E’ una relazione corposa che sarà anche utile per mettere un punto nello spazio e nel tempo dell’esame della struttura”. Gli altri incartamenti prelevati “riguardano tutto il piano degli interventi fatti di manutenzione ordinaria e straordinaria nel tempo”, ha concluso Cozzi.

Tra le ipotesi bolla d’aria dentro il tirante

Una bolla d’aria all’interno del tirante di calcestruzzo che avrebbe corroso e arrugginito i cavi di acciaio all’interno dello strallo. E’ questo il primo scenario che i consulenti della procura di Genova ipotizzano come una delle possibili cause del crollo. Il difetto sarebbe sorto durante la fase di “iniezione” del cemento che ingloba i trefoli, i cavi in acciaio. Le indagini dei magistrati si sono sin da subito orientate sul cedimento degli stralli, i tiranti di calcestruzzo. Inoltre, secondo le prime ricostruzioni, il lato che cede per primo è quello a sud.

Toninelli: “Le indagini facciano chiarezza”

“Sono ben felice che si faccia chiarezza su quanto successo in passato. Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti è a totale disposizione delle autorità che stanno indagando sul crollo del Ponte Morandi. Buon lavoro a Gdf e magistrati”. Lo scrive il ministro dei trasporti Danilo Toninelli.

Intesa pronta a cancellare i mutui

Nel frattempo Intesa Sanpaolo si dice “pronta a cancellare i mutui nella zona rossa colpita dal crollo del ponte Morandi e a supportare con altri interventi le famiglie e le imprese della zona rossa”. Lo ha comunicato lo stesso istituto di credito. La banca ha stanziato un plafond di 4,5 milioni per la ”remissione unilaterale dei mutui prima casa degli immobili che verranno dichiarati inagibili”.

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