Fioramonti: “M5S non credibile. La guida di Conte non basta”

L’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti critica il Movimento 5 Stelle sulle scelte politiche

NAPOLI – Il M5S e il Pd non stanno dando il meglio di sé. L’intento di ripetere l’alleanza giallorossa nelle grandi città che vanno al voto in autunno si sta sgonfiando tant’è che a Roma, Milano e Torino dem e grillini correranno separatamente mentre a Napoli il progetto di coalizione si sta infrangendo contro lo scoglio del candidato a sindaco. Intanto il Movimento sta attraversando la millesima fase complicata che vede il leader Giuseppe Conte ai ferri corti con Davide Casaleggio e i pentastellati in mezzo ai due fuochi.

Come il Movimento ne verrà fuori e se ne uscirà intatto o dimezzato è una storia ancora da scrivere, fatto è che sarà difficile recuperare credibilità. Ne è certo l’ex ministro e deputato Lorenzo Fioramonti che dopo aver lasciato il M5S, oggi rappresenta il gruppo ‘Facciamo eco’.

Il tempo le sta dando ragione, dopo di lei anche altri hanno lasciato il M5S denunciando mancanza di trasparenza e difficoltà a capire chi comanda e per volontà di chi. Stando all’esterno se n’è fatto un’idea più chiara?
Alcuni di noi per molto tempo hanno denunciato la mancanza di trasparenza interna, non si capiva esattamente chi prendesse le decisioni e a che titolo. In molti casi il Movimento ha deluso anche dal punto di vista elettorale perché non ha rispettato gli impegni presi e, paradossalmente, chi voleva rispettarli è stato espulso, è stato considerato un traditore. Espulsi dal M5S perché si volevano rispettare gli impegni sulla scuola, sulla formazione e su tante altre questioni, sembra assurdo, ma è così.
Adesso pare comandi Conte senza passare per il voto degli iscritti, e che il M5S non si avvarrà più della piattaforma Rousseau perché si è arrivati alla rottura con Casaleggio. Basta cambiare leader per rilanciare il Movimento? Crede siano maturi i tempi per una scissione?
Credo ci sia una totale mancanza di credibilità. L’ultima scena non me l’aspettavo proprio, ho sempre ritenuto la relazione con l’azienda Casaleggio molto complessa dal punto di vista del rapporto tra partito e mercato e politica e attività economica. Il problema fondamentale è chiarire con il Paese perché, in questi anni, si è perso completamento interesse nei confronti di tematiche, cultura, scuola, sociale, trasformazione ecologica e dell’economia, che avevano permesso al Movimento di prendere il 33% alle elezioni. Battaglie rinnegate troppe volte e non bastano qualche mese e rifarsi il look per recuperare credibilità.
Lei è stato ministro dell’Istruzione e dell’Università del Conte due, ossia il primo governo giallorosso, per qualche mese, poi si è dimesso. Che idea si è fatto dell’alleanza pentapiddina che Conte e Letta vorrebbero riproporre in alcune città alle Amministrative e rendere strutturale per le Politiche?
E’ sempre più difficile distinguere le posizioni tradizionali del Pd da quelle del M5S. Ammesso e non concesso che si realizzi perché nonostante l’intento di collaborazione non riescono a trovare candidati per le elezioni e litigano su molte questioni, quindi non è detto che si arrivi a conclusione. Francamente mi auguro che l’Italia possa diventare un Paese dove la questione ecologica, quella dei diritti sociali, economici e culturali sia maggioritaria. Non capisco perché in Germania il partito Verde prende il 25 e anche il 30% dei consensi mentre in Italia tali questioni vengono ancora ridicolizzate. Spero e mi auguro che ci sia uno scatto culturale in avanti.
Alle Amministrative ‘Facciamo eco’ ci sarà?
Non credo che ci saremo. Quello che ci interessa è risvegliare la coscienza ecologista in un Paese che doveva essere il più bello del mondo e invece sta diventando uno dei più brutti dove i livelli di inquinamento stanno andando fuori controllo. Non siamo nati per arrivare alle scadenze elettorali ed eleggere un consigliere comunale o fare patti con chi che sia. Purtroppo queste Amministrative non sono ancora l’occasione per portare a compimento un percorso. Il problema è che il mondo ecologista in Italia è molto diviso, sono piccoli e male organizzati. Servirà il coinvolgimento di tutti per le sfide importanti. Le sfide elettorali non agevolano la coesione.
Se qualcuno le chiedesse una mano per le Amministrative gliela darebbe? A che condizione?
A condizione che si prenda un impegno serio su tutto. Deve dire: ho come obiettivo quello di amministrare una città che diventi climaticamente neutra entro il 2040. E’ un obiettivo che si sono date molti amministratori di città europee importanti. Voterei chiunque, destra o sinistra, dicesse che questo è l’obiettivo su cui si giocherà tutto.

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