Firenze, Associazione Stefano Cucchi: “Diffondete i video dell’arresto di Magherini”

Il legale della famiglia Magherini annuncia furioso che la vicenda giudiziaria non è chiusa

La madre di Riccardo Magherini (Lo Debole/Bianchi Firenze)

Firenze (LaPresse) – “Chiediamo a tutti coloro che stanno organizzando proiezioni del film ‘Sulla mia pelle’ di trasmettere, prima o dopo il film, il video su Riccardo Magherini, e a tutti i singoli di diffonderlo con ogni mezzo”. E’ l’appello lanciato sui social dall’Associazione Stefano Cucchi Onlus all’indomani del pronunciamento dei giudici della Cassazione che hanno assolto “perché il fatto non costituisce reato” i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, quarantenne ex giocatore delle giovanili della Fiorentina, avvenuta durante un arresto la notte tra il 2 e il 3 marzo del 2014, in Borgo San Frediano, nel centro storico di Firenze. Il video in questione è quello diffuso dalla polizia di Stato con immagini relative alle fasi concitate dell’arresto di Magherini.

Il legale della famiglia Magherini annuncia furioso che la vicenda giudiziaria non è chiusa

“Guido e Andrea Magherini. Una famiglia distrutta. Quel video terribile che documenta la morte di Riccardo stretto al suolo mentre urla invano chiedendo aiuto. Quei calci ripetuti riferiti da 14 testimoni. La lesione al fegato. Due condanne pronunciate dai Giudici di primo e secondo grado improvvisamente annullate dalla Cassazione senza rinvio ‘perché il fatto non costituisce reato’. È un momento difficilissimo ma se vogliamo essere vicini ed aiutarli non abbandoniamo la strada della civile indignazione.

Quel che posso dire è che la vicenda giudiziaria non è da considerarsi chiusa. Attendiamo le motivazioni. Di più non dico”. Lo scrive su Facebook l’avvocato Fabio Anselmo, legale di parte civile della famiglia Magherini, poche ore dopo il pronunciamento dei giudici della Cassazione che hanno assolto i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, avvenuta durante un arresto da parte dei carabinieri la notte tra il 2 e il 3 marzo del 2014, in Borgo San Frediano, nel centro storico di Firenze.

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