Mafia capitale, oggi sentenza d’appello per Carminati e Buzzi

I due imputati rischiano oltre cinquant'anni complessivamente

Foto LaPresse/ROS Carabinieri04-12-2014 Roma, ItaliacronacaMafia, blitz dei ROS a Roma: l'arresto di CarminatiNella foto: l'arresto di Massimo CarminatiDISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE

Roma (LaPresse) – È attesa per oggi, nell’aula bunker di Rebibbia, la sentenza del processo di appello al cosiddetto ‘Mondo di mezzo’. Pesanti le richieste di condanna arrivate, il 29 marzo scorso, dalla procura generale per i membri della presunta organizzazione criminale. Per anni, secondo le accuse, avrebbe tenuto sotto scacco pezzi di imprenditoria e amministrazione pubblica romana. Chiesti rispettivamente 26 e mezzo e 25 anni e nove mesi di carcere per l’ex nar Massimo Carminati e l’imprenditore delle cooperative Salvatore Buzzi. Sono ritenuti capi del gruppo, e pene complessive per oltre 420 anni per gli altri 41 imputati.

Nel procedimento figurano ex amministratori locali di diversi schieramenti politici, ex dipendenti pubblici e dirigenti di azienda. Ci sono, tra gli altri, Franco Panzironi (chiesti per lui 14 anni) in passato ai vertici dell’azienda romana dei rifiuti (Ama) come amministratore delegato, l’ex capogruppo Pdl in Regione Lazio Luca Gramazio (chiesti 18 anni). Poi l’ex presidente dell’Assemblea capitolina, Mirko Coratti (chiesti 4 anni e mezzo), l’ex presidente del municipio di Ostia Andrea Tassone (chiesti 4 anni). E continuando gli ex consiglieri comunali Pierpaolo Pedetti del Pd (chiesti 5 anni e sei mesi) e Giordano Tredicine del Pdl (chiesti 4 anni).

Tra i 19 imputati per associazione di stampo mafioso, oltre a Carminati, Buzzi, Panzironi e Gramazio, sono a processo l’ex dirigente di Eur spa Carlo Pucci (chiesti per lui 14 anni e sei mesi di carcere), i collaboratori di Carminati, Riccardo Brugia, (24 anni di carcere), Roberto Lacopo (19 anni) e Matteo Calvio (18 anni). Ed anche la segretaria di Buzzi, Nadia Cerrito (13 anni e sei mesi), il commercialista Paolo Di Ninno (17 anni e sei mesi). Infine la compagna dell’imprenditore, Alessandra Garrone (17 anni), Carlo Maria Guarany (15 anni), stretto collaboratori di Buzzi.

Chiesti rispettivamente 16 anni e dieci mesi e 16 anni e due mesi, per gli imprenditori Agostino Gaglianone e Giuseppe Ietto, ritenuti a servizio dell’associazione; e 16 anni di carcere per Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, considerati dall’accusa il punto di contatto tra il gruppo e la Ndrangheta.

I due imputati rischiano oltre cinquant’anni complessivamente

Negli anni, secondo l’accusa, il gruppo capitanato da Massimo Carminati, che in origine aveva stretti legami con la cosiddetta banda della Magliana, sarebbe cresciuto diventando più potente. Ha ampliato il proprio raggio d’azione da banda criminale dedita all’estorsione, a organizzazione impegnata nel controllo di attività economiche, appalti e commesse pubbliche.

Dopo il 2011 si sarebbero stretti i legami con Salvatore Buzzi: l’associazione sarebbe ulteriormente cresciuta arrivando a condizionare la politica e la pubblica amministrazione. Senza però mai abbandonare la strada originaria, della violenza, dell’estorsione e dell’usura. Perché da quella, sostiene l’accusa, trae forza la ‘nuova mafia’, proprio come quelle ‘tradizionali’.

L’imprenditore delle cooperative romane avrebbe scelto l’ex estremista nero come socio per il timore che incuteva il suo nome. Per i suoi contatti con la destra romana, e soprattutto per avere un socio, sostiene la procura, sempre pronto al ‘lavoro sporco’ fatto di minacce, e violenza contro chi non stava ai patti dettati dall’associazione.

Il processo di primo grado si concluse, il 20 luglio dello scorso anno, con 41 condanne e cinque assoluzioni. I giudici non riconobbero per nessuno degli imputati l’aggravante dell’associazione mafiosa e Carminati e Buzzi vennero condannati rispettivamente a 20 e 19 anni di carcere.

Alessandra Lemme

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