Con un microfono davanti alla bocca fa la sua bella figura, nulla da eccepire. Non passa inosservato. Non fa annoiare la platea. Con i verbi coniugati al futuro (faremo, avremo, daremo, realizzeremoâŚ) è un maestro, un istrione. Ma allâatto pratico, quando si passa alla prova dei fatti, non resta nulla. Non realizza nulla. Solo fuffa. Grintosa e divertente fuffa. Ma se oltre a divertirci vogliamo anche vedere risolti i nostri problemi, allora ci conviene cambiare canale. Anche le fritture di pesce a lungo andare iniziano a disturbare lo stomaco. Il giudizio sulle capacitĂ dimostrate dal governatore Vincenzo De Luca può essere positivo solo nelle dichiarazioni dagli esponenti del suo partito, il Pd, e degli altri variopinti movimenti che gli ronzano attorno. Solo loro riescono a far finta di dimenticare le promesse che hanno fraudolentemente illuso i cittadini. Promesse fatte fin da quella campagna elettorale che nel 2015 lo portò alla presidenza della Regione Campania. Una volta insediato, De Luca si è attaccato come un polipo al settore della SanitĂ , alla cabina di regia di un âcapitolo di spesaâ che muove e gestisce centinaia di milioni di euro lâanno (forse di piĂš, con annessi e connessi). Ne ha fatto la propria bandiera programmatica, e ha fallito. Era il 30 gennaio del 2017 quando disse: âEntro due anni la porterò (la sanitĂ campana, ndr.) ad essere la migliore dâItaliaâ. Ecco, quei due anni sono passati, sono scaduti proprio in queste ore, ma gli ospedali campani non sono diventati i migliori dâItalia. Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro. Ha promesso una cosa e non lâha fatta. Punto. Eppure i paraocchi del Pd sono talmente ben âoliatiâ (dopo anni e anni di allenamento) che consentono perfino di non vedere che il Piano ospedaliero regionale ha solo affossato i presidi sanitari territoriali. Gli ospedali sono in sofferenza in tutte e cinque le province campane (anzi, in quattro: a Salerno, a casa del Governatore, se la passano âmisteriosamenteâ meglio. Ma se tutta la capacitĂ di De Luca si risolve nel migliorare le condizioni di una sola delle cinque province campane, beh, diciamo che alla guida della Regione meritiamo qualcuno piĂš capace). A Napoli, per esempio, prima di De Luca si soffriva il cosiddetto âcaso delle barelle nei corridoiâ; poi è arrivato âLuiâ, ha detto che avrebbe risolto tutto e invece siamo ancora fermi al punto di partenza: sovraffollamento, carenza di personale e pazienti che vengono âparcheggiatiâ lungo i corridoi. Un âcasoâ che si è evoluto in farsa quando il Governatore, nonostante le evidenze, ha continuato fino allâultimo a dichiarare âil problema delle barelle è risolto; nei corridoi non ce ne sono piĂšâ, il tutto mentre i giornalisti (quelli di Cronache compresi) continuavano a documentare con foto e testimonianze il persistere del disagio. E câè anche Caserta: qui la âpromessa del Governatoreâ, sempre in occasione di una ennesima campagna elettorale, venne fatta davanti al âperenneâ cantiere del Nuovo Policlinico. âQuesta volta i lavori li faremo davvero, mica come hanno fatto i politici che mi hanno precedutoâ⌠certo. Ancora oggi, 31 gennaio 2019, del Policlinico di Caserta si continua a vedere solo quel desolante scheletro, divenuto ormai parte del paesaggio âfolcloristicoâ della CittĂ della Reggia. Insomma, i campani hanno ormai capito quale sia il reale peso specifico di questo personaggio: al di lĂ dei toni roboanti, si trovano di fronte ad un ennesimo politicante, di quelli bravissimi a muovere lâaria con le parole. Di reali capacitĂ di incidere sul benessere dei cittadini, nemmeno lâombra.
Anche le fritture di pesce alla lunga disgustano
L'editoriale del direttore responsabile di Cronache, Gianluca Rocca