Genova, Fratoianni: “Cartelli su Sampierdarena vietati durante la visita di Draghi”

"Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Draghi si è recato a Genova, evidentemente per rilanciare la propria immagine ammaccata dalle vicende quirinalizie e dai continui litigi della sua maggioranza".

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse Nella foto Nicola Fratoianni

ROMA– “Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Draghi si è recato a Genova, evidentemente per rilanciare la propria immagine ammaccata dalle vicende quirinalizie e dai continui litigi della sua maggioranza. E durante quella visita nel capoluogo ligure è successa una cosa abbastanza grave, denunciata da Mariano Passeri, nostro consigliere municipale e che intendiamo portare in Parlamento”. Lo scrive su Facebook il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.

“A Sampierdarena, lungo le strade del corteo del premier – prosegue nella sua denuncia il leader di SI – il Comitato Solidale Firpo famiglie, insegnanti, e bambini che avevano preparato cartelli, per far sapere che in quel luogo c’è una battaglia contro la decisione del sindaco di Genova di posizionare un deposito chimico a pochi metri dalle case e dalle scuole, in un quartiere già gravato da altre problematiche ambientali. Ebbene sono arrivate le forze dell’ordine che hanno fatto togliere i cartelli e trattenuto nei giardini mamme e insegnanti del Comitato, per evitare che potessero impugnare i cartelli e avvicinarsi alla strada da cui sarebbe passata l’auto di Draghi”.

“Sono francamente – insiste l’esponente dell’opposizione di sinistra – senza parole. Secondo lorsignori è troppo offensivo per gli occhi del Presidente del Consiglio guardare cartelli di bambini che chiedono la tutela dell’ambiente e del territorio? È normale trattenere per un’ora mamme e insegnanti come se si trattasse di persone pericolose? Azioni del genere appartengono più alle consuetudini della Turchia di Erdogan o della Russia di Putin, e non possono certo avere cittadinanza in una democrazia. Questa storia fa il paio con ciò che è accaduto agli studenti nei giorni scorsi: l’espressione del dissenso in questo Paese sia diventato un problema di ordine pubblico. Quanto fanno paura i cartelli dei bambini? Quanto fa paura una rivendicazione di futuro? Anche su questa assurda vicenda interrogherò la ministra Lamorgese. Le risposte deve darle a quelle mamme, a quegli insegnanti e a quei bambini.

O anche in questo caso – conclude Fratoianni – si tratta di ‘infiltrati’, ‘centri sociali’ o provocatori?”.

LaPresse

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