Giordania: sventato il complotto contro re Abdallah. Il principe Hamza ‘agli arresti’

Appoggio ad Abdallah è arrivato anche da Arabia Saudita, Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Israele

GERUSALEMME – Il principe Hamza di Giordania ha cospirato con elementi stranieri per “destabilizzare il Paese”, minacciando la sicurezza nazionale. È l’accusa che Petra ha rivolto al fratellastro del re Abdallah, dichiarando che l’intelligence ha “sventato un complotto” dopo che è stato chiaro che i responsabili stavano “passando dalla pianificazione all’azione”. Almeno 18 gli arrestati, secondo il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi.

Poche ore prima, Bbc aveva diffuso un video trasmesso dallo stesso Hamza, che denunciava di essere stato messo agli arresti domiciliari nel suo palazzo. Mentre aleggia, non pronunciata, la parola “golpe”, il principe ha raccontato che ieri i militari si sono presentati alla sua casa intimandogli di non uscire, comunicare con l’esterno o incontrare alcuno. Ha aggiunto che i suoi servizi telefonici e internet sono stati tagliati. E che presto lo sarebbe stato anche quello satellitare con cui stava registrando il messaggio.

La cospirazione

Hamza ha parlato di una punizione per la sua partecipazione a incontri dove il re è stato criticato. Non ha citato Abdallah, ma ha detto che il “sistema di potere” ha deciso che “interessi personali, finanziari e corruzione sono più importanti di vita, dignità e futuro di 10 milioni di abitanti”. E ha aggiunto: “Non rientro in nessuna cospirazione, organizzazione nefasta o gruppo appoggiato dall’estero, come viene sempre detto qui per chiunque dica cose critiche”.

Due gli alti ufficiali vicini al principe che sono stati arrestati, oltre ad altre 14-16 persone. Safadi ha citato tra loro Bassem Ibrahim Awadallah, funzionario con legami in vari Paesi del Golfo persico, che stava pianificando di lasciare il Paese con la moglie. “C’è un coordinamento tra lui e il principe, ma non andrò oltre”, ha detto. Quando gli è stato domandato se Hamza sarà incriminato, ha risposto che per il momento ci sono tentativi “amichevoli” di gestire la situazione. Ma “la stabilità del regno trascende” ogni cosa.

Sostegno al re

La regina Noor, madre di Hamza, ha twittato in suo appoggio. “Prego che verità e giustizia abbiano la meglio per tutte le vittime innocenti di questa malvagia calunnia. Dio li benedica e tenga al sicuro”. Hamza era stato privato nel 2004 del titolo di principe ereditario da re Abdallah, cinque anni dopo che questi era diventato dopo la morte del loro padre, re Hussein. È raro che ‘faide’ familiari esplodano così pubblicamente nella monarchia. Nel frattempo, vari Paesi si sono affrettati ad esprimere sostegno al re. Tra loro il dipartimento di Stato statunitense, parlando di lui come di “partner chiave”.

Appoggio ad Abdallah è arrivato anche da Arabia Saudita, Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Israele. La stabilità in Giordania è da tempo sotto osservazione nella regione, soprattutto da quando l’amministrazione Trump si era schierata con forza con Israele, mettendo all’angolo i palestinesi. La Giordania è custode dei luoghi sacri a Gerusalemme e ospita una vasta popolazione di rifugiati palestinesi. E dopo la pace del 1994, tra Israele e Giordania in anni recenti ci sono stati momenti di tensione, proprio in relazione alla questione palestinese.

(LaPresse/AP)

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