Giro di vite sui migranti e norme spazza clan: il decreto Sicurezza bis

Nei cortei si prevedono pene più severe per quanti si oppongano alle forze dell'ordine "attraverso l'utilizzo di scudi o altri oggetti di protezione passiva"

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse Nella foto Matteo Salvini

ROMA – Giro di vite su immigrazione e sbarchi, e norme ‘spazza clan’ per smaltire l’arretrato delle sentenze in esecuzione nei tribunali. Il Viminale annuncia il ‘decreto Sicurezza bis’, che nei prossimi giorni sarà presentato in Consiglio dei ministri.

Arriva il decreto Sicurezza bis

Il provvedimento contiene infatti 12 articoli. Ampio spazio dedicato al contrasto dell’immigrazione clandestina, con una serie di novità a cominciare dalle nuove competenze in fatto di transito nelle acque italiane. Non più quindi in capo al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma a quello dell’Interno.

Contrasto all’immigrazione clandestina

Per quanto riguarda poi i salvataggi in mare, le navi di soccorritori che non rispetteranno le istruzioni operative “delle autorità SAR competenti o dello Stato di bandiera” rischieranno multe da 3.500 a 5.500 euro per ogni straniero trasportato. E la revoca temporanea della licenza per le imbarcazioni battenti bandiera italiana.

Per contrastare i reati associativi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina si impiegheranno poliziotti stranieri sotto copertura. Con uno stanziamento complessivo dunque di 3 milioni di euro in tre anni. E intercettazioni preventive.

Cortei, sì a pene più severe

Nei cortei si prevedono inoltre pene più severe per quanti si oppongano alle forze dell’ordine “attraverso l’utilizzo di scudi o altri oggetti di protezione passiva”. Vietati fumogeni, petardi e materiali “imbrattanti”, mentre i reati di devastazione, saccheggio e resistenza a pubblico ufficiale se compiuti durante una manifestazione, saranno ‘aggravati’.

La norma spazza clan

Il provvedimento introduce la cosiddetta ‘norma spazza clan’ che prevede l’istituzione di un commissario straordinario di nomina governativa “con il compito di realizzare un programma di interventi finalizzati ad eliminare l’arretrato relativo ai procedimenti di esecuzione delle sentenze di condanna divenute definitive da eseguire nei confronti di imputati liberi”. A tale scopo quindi, con contratti a tempo determinato di durata annuale, si assumeranno 800 persone per una spesa di 25 milioni di euro.

(LaPresse/di Alessandra Lemme)

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