Giustizia, Cartabia: “Norme non si discostino dai dati della realtà”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto: Marta Cartabia

FIRENZE – “Non c’è peggior difetto per una norma giuridica che quello di discostarsi dai dati della realtà, dai problemi concreti, ma anche dall’analisi della realtà attraverso i dati e le statistiche, i grandi fenomeni su cui deve andare a incidere”. Lo ha detto Marta Cartabia, ministra della Giustizia, questa mattina a Firenze, a Palazzo Vecchio, intervenendo al convegno ‘Dinamiche della società civile e attualità del diritto’.

“Se questo bisogno di mantenere un contatto continuo con la realtà è un’esigenza del diritto oggi come sempre – ha aggiunto Cartabia -, io credo che questo porti inevitabilmente alla luce due caratteristiche del fenomeno giuridico che noi andiamo studiando. Una è quella della complessità, perché il reale non si presta mai a troppe semplificazioni, è sempre più complesso di come appare in una descrizione astratta. L’altra è la sua continua evoluzione, il suo continuo dinamismo”. “Pensiamo soltanto a quanto si è evoluto un concetto base quale quello dell’eguaglianza – ha spiegato la ministra – L’idea di uguaglianza formale delle parti contraenti si infrange non di fronte a un nuovo pensiero e una nuova idea di uguaglianza, ma di fronte a una realtà, la realtà di Pellizza da Volpedo che vediamo là, la realtà di una condizione lavorativa che pone il rapporto contrattuale in una posizione asimmetrica. Allora – conclude – l’eguaglianza non è più solo l’eguaglianza formale, ma diventa l’uguaglianza sostanziale della nostra Costituzione, diventa le discriminazioni alla rovescia, diventa la necessità delle azioni positive, diventa complessa perché deve abbracciare un reale che mostra sempre una maggiore complessità di quanto non abbiamo nelle nostre idee”.

LaPresse

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