Governo, da Sapelli a Belloni: gli ‘scottati’ dal totonomi

AFP PHOTO / Alberto PIZZOLI AND Filippo MONTEFORTE

Roma, 15 mag. (LaPresse) –

E’ vero che sul totonomi non si deve azzardare, ma da questo inizio legislatura la ridda di papabili premier sussurrati, piazzati sui giornali e mai annunciati ufficialmente è piuttosto lunga.

Nell’elenco dei sacrificati sul soglio di palazzo Chigi compaiono: il segretario generale della Farnesina Elisabetta Belloni, il diplomatico e presidente di Fincantieri Giampiero Massolo, i docenti Guido Tabellini, Giulio Sapelli, Enrico Giovannini e Giuseppe Conte, gli economisti Lucrezia Reichlin e il padre della spending review Carlo Cottarelli. Otto nomi illustri, considerati vicini al mondo della politica ma non politici in senso stretto.

E allora all’elenco bisogna aggiungere l’ex ministro del Tesoro Giulio Tremonti, considerato trait-d’union tra Forza Italia e Lega, Giulia Bongiorno, senatrice eletta nelle lista del Carroccio, così come Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Matteo Salvini, capogruppo alla Camera e con un passato nel comitato dei saggi del presidente emerito Giorgio Napolitano. In quota Movimento 5 Stelle hanno attraversato invece le porte girevoli della presidenza del Consiglio altri accademici come il rettore dell’Università degli studi di Milano Gianluca Vago e Michele Geraci, professore di economia a Shanghai, teorico della sintesi tra flat tax e reddito di cittadinanza e anche quel Giacinto della Cananea che si è speso tanto per verificare le compatibilità tra il programma pentastellato e quello degli altri partiti.

Tutti nomi considerati poco equidistanti e che la Lega ha, ovviamente, respinto anche la proposta più politica avanzata da Luigi Di Maio, Vincenzo Spadafora, uno dei suoi uomini più fidati. Scontato il ‘no’ di Salvini ed è rimasta così senza possibilità l’intesa sul nome da portare al Colle, scartando anche l’ultimo tecnico, il bocconiano Guido Tabellini.

Così, tra il contratto ancora da definire e la ricerca del possibile premier, i due leader impegnati a far nascere la loro Terza Repubblica e il loro governo di cambiamento si sono fermati sulla soglia di Palazzo Chigi.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome