Governo, Draghi vede Salvini. Ma lui non molla: “Lamorgese non svolge il suo ruolo”

Non si respira aria tranquilla in seno al Governo

Foto John Thys, Pool via AP in foto il premier Mario Draghi

ROMA – ‘Lamorgese, dove sei?’ rilancia di buon mattino Matteo Salvini, da giorni in pressing sul Viminale sulla gestione degli sbarchi e del rave di Viterbo. Un innalzamento dei toni che non è certo passato inosservato a palazzo Chigi, sempre ben attento a monitorare le fibrillazioni nella maggioranza. E non è un caso dunque che al ‘ritorno’ dopo le due settimane di quasi pausa estiva che s’era dato il governo ad agosto, sul telefono del leghista sia arrivata la chiamata del premier: “Abbiamo parlato di Afghanistan, di salute e di lavoro”, ha anticipato Salvini prima di lasciare in anticipo un’iniziativa elettorale nella Capitale con il candidato del centrodestra Enrico Michetti diretto a piazza Colonna, una deviazione sull’agenda ufficiale che lo voleva in viaggio verso l’Umbria. Vediamoci, parliamo, gli ha detto il premier. Sul tavolo “i temi legati alla ripresa dell’attività di governo”, spiega in una scarna nota palazzo Chigi, mentre il leader del Carroccio cancella l’annunciato punto stampa e sale dritto in macchina affidando allo staff il compito di far filtrare che nell’incontro “ha espresso grande preoccupazione per la crisi in Afghanistan anche per le potenziali ricadute sul nostro Paese”. Non a caso, viene fatto notare, proprio questa mattina Salvini ha incontrato a Roma gli ambasciatori di Afghanistan e Pakistan: “Chiederò al presidente Draghi di invitare il Pakistan alla riunione del G20”, aveva annunciato. Quanto all’agenda del governo, spiegano ancora dal Carroccio, “Salvini ha confermato il massimo sostegno per realizzare le riforme utili all’Italia a partire da Giustizia, taglio della burocrazia e delle tasse”.

Nessun accenno dunque né alla questione Lamorgese, né tantomeno a Durigon, di cui M5s e Pd chiedono da giorni le dimissioni dopo la proposta di intitolare ad Arnaldo Mussolini, fratello del duce, un parco di Latina. Ma i nodi sembrano tutt’altro che sciolti. Perché se da un lato il leader del Carroccio minimizza sulla vicenda che riguarda il suo sottosegretario al Lavoro – ‘ci vedremo presto per parlare di pensioni, di Latina e di tutto il resto’, annuncia nel pomeriggio – non molla nella battaglia all’inquilina del Viminale: “Il ministro dell’Interno – dice chiaramente – non sta svolgendo il suo ruolo”. Salvini snocciola i numeri degli sbarchi, “bocciano il ministro che non sta facendo il ministro , non è possibile che l’Italia sia trasformato nel campo profughi d’Europa”. Anche perché “Stiamo parlando di arginare i talebani e il terrorismo islamico e non riusciamo a bloccare alcuni ragazzi che arrivano con i furgoni da mezza Europa per fare un rave in Italia, è una follia, una figuraccia”. Su questo punto trova dalla sua parte Fratelli d’Italia: “Stiamo valutando di presentare un mozione di sfiducia contro il ministro Lamorgese – annuncia Giorgia Meloni – Come può un governo che impedisce alla gente di andare al bar, che chiude le attività economiche, che non consente ai ragazzi di andare a scuola o in discoteca, consentire a migliaia di scappati di casa di bivaccare ammassati tra la droga per giorni? In qualunque nazione normale il capo del Viminale si sarebbe già dimesso”.

(LaPresse)

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