Governo, il post-Emilia accende i dossier: sul tavolo Ilva, Autostrade e Whirlpool

Il nodo di Taranto, la querelle con Atlantia e il rebus Whirlpool. Senza dimenticare Alitalia, in mezzo al guado con appena cinque mesi di tempo per trovare una soluzione

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Palazzo Chigi - Consiglio dei Ministri

ROMA – Governo, il post-Emilia accende i dossier: sul tavolo Ilva, Autostrade e Whirlpool. Il nodo di Taranto, la querelle con Atlantia e il rebus Whirlpool. Senza dimenticare Alitalia, in mezzo al guado con appena cinque mesi di tempo per trovare una soluzione. Se da un lato il governo tira un sospiro di sollievo dopo il successo di Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna, sul tavolo dei dossier economici c’è un deciso sovraffollamento. I casi sono urgenti e molto spinosi, perchè riguardano decine di migliaia di lavoratori che rischiano il posto di lavoro. Da Roma a Taranto, passando per Napoli, Giuseppe Conte sa che ora è il momento di accelerare, per evitare che le vertenze industriali possano minare la stabilità politica della propria maggioranza.

Il primo è l’ex Ilva: venerdì scorso è andato in scena a Palazzo Chigi un vertice con Roberto Gualtieri, ma le trattative sono in fase di stallo. Oggi si è insediato il nuovo management di Arcelor Mittal Italia, ma entro il 7 febbraio va trovata la quadra per il preaccordo raggiunto tra governo e franco-indiani a dicembre. Secondo le ultime indiscrezioni, il piano del Governo prevede un ingresso pubblico al 40%, con la partecipazione di Invitalia, assieme ad altri nomi italiani; ai Mittal resterebbe una parte residuale. Ma non basta: l’azienda insiste per avere il via libera per 3mila esuberi su 10.700 dipendenti, mentre l’esecutivo fa muro, puntando su 2mila uscite temporanee in cassa integrazione, da far rientrare al termine della conversione eco-sostenibile degli impianti.

L’altro fronte delicato è quello di Atlantia: dal decreto Milleproroghe, atteso domani in Commissione, potrebbe arrivare il via libera alla gestione provvisoria ad Anas in caso di revoca delle concessioni. Si punta poi ad un nuovo sistema di ricalcolo per l’eventuale indennizzo ad Aspi, stimabile in 7 miliardi e decisamente inferiore rispetto ai 23 dello scorso contratto. Battaglia legale in vista? Forse, perchè se il governo sta aspettando il report ufficiale per prendere una posizione sulla revoca, il Gruppo Atlantia studia la contromossa. Secondo le ultime indiscrezioni, la holding Benetton potrebbe cedere Aspi a breve, un passaggio che potrebbe inserirsi in una trattativa con Palazzo Chigi per definire l’esito della concessione. I tempio sono molto stretti anche per Whirlpool, per la cui vertenza ci sarà un nuovo vertice al Mise mercoledì.

Qui la situazione è in stand-by: il colosso delle lavatrici ha chiarito che produrrà a Napoli solo fino al 31 marzo, poi ha deciso per la riconversione e la cessione del ramo d’azienda. L’attività passerebbe però agli svizzeri della Prs – che si occupa di impianti di refrigerazione – ipotesi che non convince il governo e i 410 dipendenti campani. I sindacati chiedono il rispetto dell’accordo dell’ottobre 2018, ma senza un nuovo acquirente sarà molto difficile salvare i lavoratori specializzati.

L’ultimo faldone, ma non il meno importante, è quello di Alitalia. Saltata l’ipotesi del consorzio che vedeva coinvolte Ferrovie, Delta e Atlantia, manca un compratore. Lufthansa e Air-France Klm sono alla finestra, ma attendono la ristrutturazione, compito affidato al supercommissario Giuseppe Leogrande e al direttore generale Giancarlo Zeni. La deadline qui è il 31 maggio, ma la strada è stata definita dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, “angusta” e “in salita”.

(LaPresse)

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