Governo, in arrivo il decreto Anticorruzione. Cambio in vista ai vertici dei Servizi segreti

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

Roma – Sta arrivando l’agente sotto copertura. A dirlo è Luigi Di Maio, annunciando che il governo è pronto a varare il decreto Anticorruzione, in cui ci saranno “tutte le battaglie del M5S”, compreso il daspo per chi prende o riceve le ‘bustarelle’.

L’obiettivo, secondo il vicepremier, è “togliere le mani dalla marmellata a tanti furbi”

Serve anche una “rivoluzione copernicana dei controlli” sul lavoro nero: “Dobbiamo mirare al concreto, se è vero che ci costa 20 miliardi l’anno, allora va combattuto con strumenti che abbiamo già, ma che vanno utilizzati meglio“.

Il provvedimento dovrebbe vedere la luce entro il mese

Al momento l’ordine del giorno prevede solo l’analisi di leggi regionali, ma prende quota la possibilità che possano essere nominati nuovi vertici per le principali agenzie di Intelligence. Secondo i rumors di Palazzo gli ‘indiziati’ a lasciare il proprio posto sarebbero Alberto Manenti e Alessandro Pansa, rispettivamente direttore dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) e direttore generale del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza).

Normale routine

Il dossier sarebbe da giorni sulla scrivania del premier, Giuseppe Conte, su suggerimento del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nonostante i dubbi del responsabile di Palazzo Chigi. Ma è normale routine. Come spiega Di Maio, infatti, con la Lega “su tante cose non andiamo d’accordo, non dobbiamo meravigliarci, ci conosciamo da tempo“. Nessun cambio, invece, è previsto ai vertici della Guardia costiera. Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha rinnovato la “piena fiducia” all’ammiraglio Pettorino.

Restano da sciogliere anche altri nodi di politica estera ed economica

Su Tap e Tav, il M5S ritiene si debbano archiviare, mentre la Lega preme decisamente il piede sul freno, chiedendo un supplemento di riflessione anche per non rischiare di incrinare rapporti di amicizia e collaborazione con altri Paesi occidentali.

Orgoglio e spirito nazionale

Anche se su Di Maio sono concentrate le attenzioni della sua base, come dimostra l’invito dell’ex deputato Cinquestelle, Alessandro Di Battista, una delle figure con più seguito all’interno del Movimento, a far prevalere “orgoglio e spirito nazionale” sul gasdotto caldeggiato da Washington, perché “noi siamo l’Italia, non una succursale degli Stati Uniti d’America”.

L’autunno del governo del ‘cambiamento’ sarà davvero caldo

Con l’inquilino della Casa bianca ci potrebbero essere altre frizioni se il piano dei pentastellati di lasciare l’Afghanistan dovesse andare in porto. Il vicepresidente del Consiglio è convinto che “ce ne andiamo il prima possibile”.

L’impegno delle nostre truppe prosegue da oltre un decennio

Una guerra in cui non dobbiamo restare“.Di Maio lancia il guanto di sfida all’Egitto: “Se vuole lavorare con l’Italia, si potranno normalizzare i rapporti economici se ci sarà una svolta sulla morte di Giulio Regeni“. Una presa di posizione bocciata, però, da Di Battista, secondo il quale “se dovessero rompersi i rapporti con Al Sisi” la verità sul ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016 “non ci sarà mai”.

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