Governo, Mattarella a lavoro su premier: incarico non prima di domani

Roma, 8 mag. (LaPresse) – Sono ore di lavoro al Quirinale per la formazione del governo ‘neutrale’ o di ‘servizio’, come lo ha definito il capo dello Stato, Sergio Mattarella, al termine del terzo giro di consultazioni. Il presidente della Repubblica con i più stretti collaboratori sta procedendo alla scelta del premier e della squadra di ministri. L’incarico non dovrebbe arrivare prima di domani se non giovedì, anche se questa ipotesi appare al momento molto difficile visto che Mattarella il 10 maggio è atteso a Firenze in mattinata per la conferenza The State of the Union dal titolo “Solidarity in Europe” promossa dallo European University Institute.

L’esecutivo dovrebbe poi passare al vaglio del Parlamento, settimana prossima, e la fiducia, viste le dichiarazioni di Lega, M5S e Fdi appare lontana. Sul nome del presidente del Consiglio nessuna indiscrezione trapela dal Colle, anche se si fanno insistenti le voci che potrebbe essere una donna, le più gettonate sono Marta Cartabia e Elisabetta Belloni, che risponderebbero al profilo indicato dal capo dello Stato: versatile sia in campo economico che internazionale.

“L’incarico è previsto per domani (9 maggio, ndr) e io lo traduco in questo modo”. Marzio Breda, il giornalista del Corriere della Sera esperto di Quirinale, ospite di Myrta Merlino a L’aria che tira, su La7, spiega a cosa sta pensandoSergio Mattarella. Premesso che “il presidente della Repubblica ha già in mente un nome per il premier e per una rosa ristrettissima di ministri”, “questa piccola dilazione è perché vuole dar tempo fino all’ultimo minuto a un accordo” fra Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

Al Quirinale, infatti, rivela Breda, “sono rimasti colpiti dalle parole di Gian Marco Centinaio della Lega che diceva che una intesa tra Lega e M5s fosse ancora possibile”. Insomma, “si attende che Silvio Berlusconi faccia un gesto. Lo stesso che fece nel 2011 quando salì al Quirinale da Giorgio Napolitano dimettendosi (e poi nacque il governo Monti) e usò l’espressione faccio un gesto di amore per la patria. Potrebbe essere questa l’ultima chance. Altrimenti non si schiodano”.

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