Governo, Zingaretti: “Basta polemiche, non lasciare spazio a Salvini”

Foto Vincenzo Pinto / AFP in foto Nicola Zingaretti

ROMA – Intorno a questo governo ci sono troppe polemiche, troppo egoismo, troppe bandierine. Parola del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che dal salotto buono di Porta a Porta, ospite di Bruno Vespa, ribadisce di voler continuare a portare la bici in tandem, purché “si pedali”.

Il leader dem affonda una stoccata a Matteo Renzi, che ha giurato battaglia su Quota 100

Rispetto al maggior partito dell’esecutivo giallorosso, sostiene, era giusto trovare un compromesso. E quando si sta in un ‘governo di coalizione’ “nessuno può fare il furbo”. Ma non risparmia neanche Maria Elena Boschi, che dal palco della Leopolda ha accusato il Pd di essere diventato il ‘partito delle tasse’. Il consiglio al braccio destro di Renzi è di guadagnare consenso “in base alle proprie idee e non logorando l’alleanza”.

Sulla manovra Zingaretti si dice fiducioso: alla fine troverà il consenso di tutti. Purché, ripete, non si polemizzi all’infinito. E’ stata impegnativa, ammette, e proprio per questo serviva “pretendere lealtà”. Ma il risparmio che si avrà dai tassi d’interesse non è poca cosa: si parla di 36 miliardi in tre anni. In ballo, soprattutto, c’è il futuro del Paese e ci sono provvedimenti importanti che non vanno oscurati dai litigi quotidiani. Il rischio è che con le chiacchiere si lasci “spazio immenso” a Matteo Salvini, “bravissimo a raccontare i problemi, incapace di risolverli”.

La scommessa da vincere non è solo al governo, ma anche sui territori, dove Pd e M5S sono in contrapposizione. In Umbria prima di tutto, con le regionali alle porte e un candidato condiviso tra le due forze che fino a pochi mesi fa erano in rotta completa. Si punta su Vincenzo Bianconi, imprenditore locale molto apprezzato e presente in campagna elettorale in tutte le piazze della Regione. “E’ davvero una scelta nuova”, assicura il segretario, parlando di un esperimento per affermare che l’Umbria non va “presa”, come dice il Capitano. La Regione non è un “trofeo da conquistare”, ma un territorio da tornare ad amministrare come i cittadini meritano.

Un’altra patata bollente è la ‘sua’ Roma. A fare la guerra a Virginia Raggi, in questi anni, sono stati soprattutto i Dem. Per Zingaretti bisogna cambiare sindaca, stando attenti però a non finire “dalla padella alla brace”, perché avere un primo cittadino del Carroccio, che fino a pochi anni fa gridava a “Roma ladrona” sarebbe, agli occhi del governatore del Lazio, “davvero troppo umiliante”. (LaPresse)

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