Green pass obbligatorio a lavoro: i non vaccinati a rischio sospensioni e multe

Salvini contrario: “Serve per aprire? Però non si può complicare e rovinare la vita a milioni di italiani”

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse Manifestazione no green pass Nella Foto : la manifestazione in piazza del Popolo

ROMA – Green pass obbligatorio a lavoro dal 15 ottobre prossimo. Il provvedimento, che interesserà oltre un terzo degli italiani, vale sia per il pubblico che per il privato. Per chi non sarà vaccinato per accedere ai luoghi di lavoro dovrà fare un tampone ogni 48 ore  per non incorrere nella sospensione dall’attività o dallo stipendio e in multe fino a 1500 euro. Inoltre è prevista una riduzione dei prezzi dei tamponi fino a fine anno. Draghi spiega che si tratta di una misura che occorre per “continuare ad aprire il Paese ed evitare nuove chiusure”.

L’ok arriva dopo un lungo e complicato faccia a faccia nella Cabina di regia, dopo un confronto con le Regioni e oltre un’ora di esame delle norme in Consiglio dei ministri. No invece alla richiesta dei sindacati e della Lega di tamponi gratis per tutti i lavoratori non vaccinati. La norma potrà essere adottata solo a coloro i quali sono esonerati dal vaccino e le farmacie. “Non sarà invece necessario – spiega Brunetta – il green pass sui mezzi di trasporto locale”.

La strettoia

Estendere l’obbligatorietà del green pass sui luoghi di lavoro vuol dire non lasciare via di uscita. L’obiettivo dell’esecutivo appare chiaro: “Dare alla campagna vaccinale la spinta necessaria a raggiungere entro la metà di ottobre l’80% della popolazione”. Dunque ci sarà un mese per adeguarsi con la prima dose di vaccino.

Le sanzioni

Si parte dalle 400 alle 1000 euro per i datori di lavoro che non provvederanno ai dovuti controlli dei dipendenti, mentre  per le violazioni dei lavoratori si parte dalle 600 e fino alle 1500 euro. Mentre sul tema smart working richiesto dai ‘no vax’ per ottenere l’esenzione dal lavoro e non lavorare così in presenza, Brunetta spiega che “nel pubblico si tenderà a tornare in ufficio”, mentre il ministro Orlando sottolinea che “nel privato le regole saranno riviste con accordi tra le parti”.

La disputa

Sull’abolizione dei limiti di capienza dei cinema e dei teatri, il ministro Franceschini che non si sottrae alla polemica con il ministro Speranza e appare fermo nella sua idea in quanto vi si potrà accedere solo col green pass. Il ministro della Salute, infatti sottolinea che “non si possa procedere prima di aver visto come andranno i contagi a fine mese, quando si vedrà l’impatto della riapertura delle scuole”. Nella diatriba interviene Draghi che appoggia Speranza: “Entro il 30 settembre il Cts si pronuncerà sul distanziamento in tutti i luoghi chiusi, anche quelli di lavoro, poi il governo valuterà se cambiare le regole, per gli eventi, l’orientamento appare favorevole, ma eventualmente anche nelle fabbriche”. Giorgetti chiede e ottiene che “si valuti la riapertura delle discoteche e che per i lavoratori sospesi i datori non paghino i contributi previdenziali”.

Sul grenn pass obbligatorio nei posti di lavoro il leghista Matteo Salvini non sembra affatto convinto: “Serve per aprire? – sbotta – Allora però non si può complicare e rovinare la vita a milioni di italiani”.  E sulla soluzione adottata dal Presidente del Coniglio, Mario Draghi, che prevede fino al 31 dicembre i test per il Covid-19 gratuiti solo per i soggetti che non possono fare il vaccino, con i prezzi calmierati a 8 euro sotto i 18 anni, a 15 euro per tutti gli altri, aggiunge: “Noi stiamo combattendo per i tamponi gratuiti: minori, disabili, anziani, se hai un certo reddito è lo stato che deve provvedere. Io ringrazio i 40 milioni di italiani che hanno scelto di vaccinarsi, se altri per necessità, dubbi, problemi, scelta percorrono un’altra strada non li possiamo licenziare, frustare, chiudere in cantina. Il tampone – ha concluso – è la maniera più sicura per individuare i positivi e focolai”

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