Appendino: “Ho agito nell’interessa del Comune. Avanti anche in caso di rinvio a giudizio”

La Sindaca si difende dalle accuse. Avrebbe agito non per interesse personale, ma per tutelare le istituzioni

Foto LaPresse - Mauro Ujetto
di Laura Carcano

TORINO (LaPresse)“Continuerò a lavorare come devo fare. Ho massimo rispetto per la magistratura. Chi assume ruoli di responsabilità ha dei rischi. Sono convinta di aver tutelato un unico interesse, quello della Città e dei cittadini che rappresento. Ci difenderemo nel processo”. Il commento della sindaca di Torino Chiara Appendino arriva il giorno dopo la chiusura da parte dei pm torinesi delle indagini sul caso Ream, che potrebbe portare ad un rinvio a giudizio per la prima cittadina del capoluogo regionale piemontese, per l’assessore comunale al Bilancio Sergio Rolando, l’ex capo di Gabinetto Paolo Giordana e un dirigente, Paolo Lubbia.

Le ipotesi di reato sono, a vario titolo, di falso ideologico in atto pubblico e abuso d’ufficio in merito a una norma del Testo unico degli enti locali sugli impegni di spesa.

L’inchiesta, ruota attorno ai 5 milioni di euro che la Città doveva restituire alla Ream. Società che aveva versato la somma per avere un diritto di prelazione sull’ex area Westinghouse, poi andata a un’altra impresa.

La sindaca, sollecitata dai cronisti fuori dal Salone dell’Auto Parco Valentino, non si sottrae e commenta la vicenda legata alla mancata restituzione dei cinque milioni di caparra non iscritti come debito al Bilancio 2016.

Si tratta – spiega Appendino – di una caparra che il Comune introitò nel dicembre 2012, che non venne restituita, e che noi abbiamo restituito nel 2018.

Quindi è un fatto tecnico, cioè di come è stato iscritto questo debito. Non si tratta di qualcuno che ha speso o introitato soldi”. “I pm – aggiunge la sindaca alla guida della Amministrazione dei 5 stelle sotto la Mole – hanno fatto il loro mestiere. Sono cambiati in parte i capi di imputazione. Una parte riguarderebbe il fatto che io avrei favorito sostanzialmente il Comune di Torino come sindaca. E quindi non si tratta di vantaggi miei personali ma di aver difeso il Comune”.

Appendino argomenta non solo ‘tecnicamente’, ma anche politicamente

“Quando amministri degli enti come il Comune, come Gtt, come il Teatro Regio, che sono in grandissime difficoltà economiche e in parte dissestati, è complicato. Noi abbiamo deciso di cercare di risanare questi enti. Assumendoci anche delle responsabilità. Quindi credo di aver tutelato in quella fase un unico interesse che è quello della Città”.

Gli avvocati della sindaca, Luigi Chiappero e Luigi Giuliano, potranno ora visionare le carte del procedimento che sono state depositate e capire cosa ha in mano l’accusa.

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