Il letto di Procuste

Viviamo in un’epoca che esalta la rozzezza e la scarsa cultura. Un epoca in cui alligna ed ha successo, il discorso truce e sbrigativo di coloro i quali, dopo aver lanciato allarmi ed intimorito un corpo sociale poco informato, egoista e tremebondo, propongono poi soluzioni sbrigative ed orecchiabili

Vincenzo D'Anna

La riforma della normativa sulla legittima difesa è legge dello Stato. Molti cittadini trarranno ora un sospiro di sollievo, soprattutto quell’esercito di creduloni che ha abboccato alle teorie catastrofiche (e farlocche) sulle quali il ministro Salvini ha costruito, finora, il suo consenso.

Viviamo in un’epoca che esalta la rozzezza e la scarsa cultura. Un epoca in cui alligna ed ha successo, il discorso truce e sbrigativo di coloro i quali, dopo aver lanciato allarmi ed intimorito un corpo sociale poco informato, egoista e tremebondo, propongono poi soluzioni sbrigative ed orecchiabili. Nulla di male. In democrazia gli eletti e gli elettori si somigliano e se le paure fanno presa e le scorciatoie sembrano panacee, non è colpa di nessuno in particolare.

Che il provvedimento proposto e voluto dalla Lega sia “incostituzionale” mi sembra più che chiaro, ma chi se ne frega se serve ad illudere che la sicurezza dei cittadini viene potenziata allo stesso modo in cui il reddito di cittadinanza cancellerà la povertà in Italia! Iperboli per buontemponi, per acculturati su Facebook, per schiere di agiati borghesi che intendono sbarazzarsi sia dei migranti invasori, sia della delinquenza che questi hanno generato. Gente ben pasciuta che magari, di notte, sogna di fare lo sceriffo, sparando a vista, e di giorno continua ad evadere le tasse, frodando e derubano il prossimo come se nulla fosse.

Ebbene, tutto nasce e cresce dall’uso della parola “percezione”, ovvero di un generale sentito dire che enuclea alcuni episodi di violenza e li amplifica come messaggio ammonitore perché ognuno si senta in diritto di elevare un’immaginaria linea Maginot sulla soglia di casa propria.

So di viaggiare controcorrente, invocando il buon senso ed il rispetto dei diritti umani. Sì, anche quelli di chi delinque, ma qualcuno deve pur sedersi dalla parte del torto se gli opportunisti politici hanno già occupato tutti i posti dalla parte della ragione! Che ci crediate o no, le statistiche ci dicono che in Italia gli omicidi volontari sono calati di oltre l’80 per cento, passando dai 1750 del 1992 ai 319 del 2018. Inoltre sono diminuiti anche i cosiddetti “delitti di strada” e tutti quelli che suscitano particolare allarme sociale come, per capirci, scippi, borseggi, furti e rapine. E tuttavia il sentito dire tiene alta la tensione, avvelena gli animi, deforma ed aggrava le cose percepite dalla società. Peggio ancora se ad alimentare questo clima da vero e proprio “assedio del crimine” è il ministro degli interni, quello cioè che quei dati dovrebbe invece evidenziare anche per il buon nome delle forze dell’ordine che lui rappresenta e che, fino a prova contraria, hanno un ruolo decisivo nei successi statistici appena evidenziati. Un ministro che agisce facendo l’esatto contrario di quel che dovrebbe fare. E’ come se il ministro della Sanità dicesse a tutti i malati: “Siamo messi male, faremo certo il possibile ma ricordatevi che tutti dobbiamo morire”. Insomma l’apoteosi della paura che alimenta l’ignoranza e viceversa.

Se questo è il contesto ove si esulta per l’introduzione nella legislazione di metodi sbrigativi di autodifesa “fai da te” con buona pace delle garanzie costituzionali e delle basi di moderazione sulle quali si costruisce la civile convivenza, significa che non manca molto alla richiesta popolare di condanne esemplari, magari della stessa pena di morte per i delitti più efferati. E perché no, della legge del contrappasso! Un ritorno verso forme arcaiche ed irrazionali di difesa che ciascuno potrà esercitare personalmente, favorito da limiti di legge piuttosto evanescenti. Insomma, di questo passo, chi lo vorrà potrà costruirsi il proprio letto di Procuste, quello utilizzato, secondo il racconto mitologico, dal brigante greco Damaste per punire i viandanti che incrociava lungo la via sacra tra Eleusi e Atene nell’Attica. Dopo averli spogliati di ogni bene, il gigante li stendeva su un letto: se le loro gambe passavano la misura, tagliava loro quello che eccedeva; se invece non arrivavano a toccare la sponda inferiore del letto, le stendeva con le corde finché non ci arrivavano, slogando e spezzando, in tal modo, le loro ossa. Mi chiedo: può una nazione emancipata come la nostra ritornare a garantire la sicurezza con la brutalità? Una grande nazione liberale e garantista come l’Inghilterra abolì la pena di morte allorquando si scoprì che un condannato già giustiziato era innocente. Fu così che i sudditi di sua maestà compresero che è più infamante uccidere un falso reo che tenere un assassino in libertà. Un grande esempio dal quale ci allontaniamo accecati dalle menzogne e dai falsi rimedi.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome