Il Libano tassa il narghilè: “Servono soldi”. Il Paese si indigna

Il bilancio, che deve ancora essere approvato dal Parlamento, prevede la riduzione di alcune spese dello Stato

©UPI/GAZ20070716/Lapresse

BEIRUT – Ondata di indignazione in Libano per la decisione del governo di tassare il narghilè. Avendo la necessità di battere cassa a causa dell’alto deficit, il Consiglio dei ministri ha approvato lunedì un bilancio di austerità per il 2019 che prevede l’introduzione di diverse nuove imposte. Fra queste, appunto, quella sulla cosiddetta shisha. Che ha scatenato una bufera in un Paese in cui il fumo del narghilè fra i giovani è tra i più diffusi del mondo arabo.

L’Iva sul narghilè è già all’11%

In Libano il narghilè è già sottoposto a un’Iva dell’11%. I fumatori però, in base alla norma approvata dall’esecutivo, dovrebbero pagare 1000 lire libanesi (pari a 0,6 euro) per ogni ‘water pipe’ ordinata in un ristorante, bar, hotel o locale notturno. Un duro colpo per i cittadini, il cui potere d’acquisto continua a subire un’erosione da anni. Soprattutto considerando che nel Paese – uno dei più indebitati al mondo a seguito di decenni di guerre civili, corruzione e crisi politiche – le opportunità di lavoro scarseggiano.

Il Libano riduce le spese e aumenta le tasse

Il bilancio, che deve ancora essere approvato dal Parlamento, prevede la riduzione di alcune spese dello Stato. Mentre introduce tasse – oltre che sulla shisha – anche sui risparmi bancari, sulle licenze per le armi da fuoco per uso personale e sui vetri oscurati delle auto. Prima che il Consiglio dei ministri desse il suo ok alle riforme, c’erano stati diversi sit-in e manifestazioni organizzati da dipendenti statali, che vedranno colpiti alcuni dei loro benefit economici e le pensioni.

La protesta e l’indignazione popolare

Le tasse non dovrebbero essere innalzate “su qualcosa che la maggior parte delle persone usa semplicemente per rilassarsi”, dice adirato uno studente di 26 anni, Abbas Nasreddine, in un bar affollato di Beirut. “Fumiamo per rilassare la mente perché non ne possiamo più della situazione in questo Paese”, aggiunge. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha avvertito che fumare un narghilè intero equivale a fumare fra 20 e 30 sigarette in una volta. E ha legato la pratica a danni ai polmoni e cancro.

Il narghilè nel Medioriente

Ma in gran parte del Medioriente condividere un narghilè è spesso un’occasione sociale, in cui i fumatori trascorrono ore a chiacchierare nei bar. Cosa che vale in modo particolare per il Libano, dove c’è il più alto tasso di fumatori di shisha del mondo arabo fra i teenager. Secondo uno studio del 2016 comparso sulla rivista medica Ethnicity & Disease, fuma circa un terzo delle persone fra 13 e 15 anni, il 34,2%.

Quanto alle riforme, anche diversi esperti sono perplessi. La critica principale mossa al governo è quella di favorire un aumento delle tasse, danneggiando ulteriormente un potere d’acquisto già debole anziché lottare contro corruzione, evasione fiscale e contrabbando.

(LaPresse/AFP)

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