Il sistema del clan dei Casalesi per cambiare le lire in euro

In data odierna, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria di Roma e del II Gruppo di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare.

Foto LaPresse - Mourad Balti Touati

NAPOLI – In data odierna, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria di Roma e del II Gruppo di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare. Questa emessa dal GIP del Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di 4 persone (n. 3 in carcere e n. 1 agli arresti domiciliari), rispettivamente di anni 64, 61, 55 e 60, residenti in Calvi Risorta (CE), Acerra (NA), Casandrino (NA) e Napoli. L’accusa è tentato riciclaggio commesso al fine di convertire in euro oltre un miliardo di vecchie lire (in tagli anche da 500 e 100 mila lire).


I sospettati

Le attività investigative hanno consentito, secondo l’ipotesi accusatoria avvalorata dal GIP, di appurare l’esistenza di un ormai collaudato sistema criminale, diffuso capillarmente su tutto il territorio nazionale. Gli accusati aggirando i vincoli previsti dalla disciplina legislativa e sfruttando l’intermediazione di numerosi soggetti terzi incensurati – hanno tentato di ripulire, in tranches di piccoli importi, ingenti quantitativi di vecchie lire di provenienza illecita. Banconote rimaste ancora in possesso di organizzazioni criminali e da queste occultate.

Le indagini

In particolare, i finanzieri hanno ricostruito più fatti delittuosi, avvenuti nel triennio 2014 – 2017 in provincia di Napoli. Dunque hanno appurato la disponibilità da parte degli indagati (soggetti privi di capacità reddituale, gravati da precedenti penali) di importi considerevoli di banconote del vecchio conio, non convertite, a suo tempo, nella nuova valuta tramite i canali ufficiali. Le condotte criminose consistevano nella compravendita delle lire tra i contraenti. Gli uomini dopo lunghe trattative e incontri clandestini per verificare l’esistenza delle banconote e secondo un tariffario variabile tra il 35% e il 42% del valore originale, riconoscevano agli intermediari una commissione del 2%.

L’escamotage

Per attribuire all’operazione una parvenza di legalità, venivano predisposti anche documenti attestanti una normale vendita di valuta storica. In base alle indagini – svolte attraverso attività tecniche di intercettazioni nonché perquisizioni domiciliari – in uno di questi casi, a seguito delle trattative di compravendita di lire/euro tra le parti, la conversione finale si sarebbe dovuta concludere presso una banca svizzera. Nel corso delle operazioni espletate sono stati effettuati diversi sequestri di banconote fuori corso legale. Ciò per un valore nominale di circa 1 miliardo e 100 milioni di lire.

LaPresse

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