Ilva, si dimettono i commissari: Di Maio, al via la fase due

Le dimissioni avranno decorrenza dal massimo primo giugno

Stabilimento siderurgico dell'Ilva a Taranto
Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

MILANO – Preannunciate da una lettera del ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio, sono arrivate un po’ a sorpresa le dimissioni dei tre commissari straordinari di Ilva Corrado Carrubba, Piero Gnudi ed Enrico Laghi, che avranno decorrenza dal prossimo primo giugno. Una scelta, spiegano a loro volta i tre commissari, che dovrà servire ad aprire una nuova fase nella tormentata vicenda Ilva. E a stretto giro lo stesso Di Maio ha annunciato la nomina dei tre nuovi commissari che saranno Francesco Ardito, avvocato e dirigente della Aqp, Antonio Cattaneo, revisore contabile e responsabile nazionale della divisione Forensic di Deloitte e Antonio Lupo, avvocato. I nuovi commissari per il prossimo mese e mezzo affiancheranno i commissari uscenti.

Il ministro ha comunque concesso l’onore delle armi ai tre dimissionari: “Voglio ringraziarli per il senso delle istituzioni dimostrato e per il lavoro svolto che ha portato alla chiusura dell’accordo Ilva-Arcelor Mittal. La migliore intesa possibile nelle peggiori condizioni possibili, grazie alla quale abbiamo preteso e ottenuto che non fosse licenziato alcun lavoratore. E che fossero decisamente migliorati i termini ambientali definiti nell’accordo del 2017. Un lavoro di squadra che non dimenticherò”. Di Maio appare però già concentrato sul prossimo futuro e annuncia: “Ora inizia la Fase due, nella quale non ci si limiterà alla gestione della procedura di amministrazione straordinaria. Ma in cui progetteremo e realizzeremo il futuro di Taranto, concentrandoci in particolare sulle attività di bonifica e sul rilancio economico e sociale del territorio”.

Le dimissioni avranno decorrenza dal massimo primo giugno

E proprio per fare un primo punto già domani è stato convocato a Taranto il tavolo istituzionale permanente con la presenza di numerosi ministri. Appuntamento cui guarda anche il sindaco della città Michele Emiliano. “La situazione di Taranto è esplosiva. E’ una città che ha votato per la chiusura dell’Ilva raccomandandosi a Di Maio e al M5S. Io ho sempre saputo che questa operazione era molto complicata, difficile. Ci volevano 20 miliardi di euro per reindustrializzare in maniera diversificata. Io ero tra quelli che mai avevano immaginato di poter fare una campagna elettorale sostenendo la chiusura dell’Ilva. Purtroppo Di Maio questo errore lo ha fatto”, ha spiegato Emiliano.

Anche i sindacati avanzano pesanti perplessità e temono che il percorso avviato si possa interrompere. Il segretario generale della Uilm Rocco Palombella è perentorio: “I punti dell’accordo Ilva non dovranno subire alcuna modifica o rallentamento”. E avanza dubbi sul cambio in corsa “Non si può lasciare un accordo così complesso in mano a persone che non conoscono a fondo tutta la vicenda del passaggio da Ilva ad ArcelorMittal. Si rischia solo di dare vantaggi ad Arcelor Mittal e incertezze ai lavoratori”.

Paolo Tavella (LaPresse)


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