Impeachment, approvate due accuse contro Trump. A giorni il voto alla Camera

Ma il presidente gode ancora di ampio sostegno tra i repubblicani

Foto Nicholas Kamm / AFP in foto Donald Trump

WASHINGTON – Avanti con la procedura per l’impeachment di Donald Trump: la commissione Giustizia della Camera ha approvato due capi d’accusa nei confronti del presidente, e la prossima settimana è atteso il voto decisivo dei deputati della camera bassa. Due mesi e mezzo dopo l’esplosione dell’Ucrainagate, la commissione ha adottato gli articoli di accusa per abuso di potere e ostruzione al Congresso. Descrivendo “un giorno solenne e triste”, il leader democratico della commissione Jerry Nadler ha promesso che la Camera agirà “il più velocemente possibile”. Secondo i media, il voto avverrà mercoledì in sessione plenaria.

Le accuse al presidente Trump

Tenuto conto della maggioranza Dem in quell’aula, Trump dovrebbe diventare il terzo presidente della storia Usa messo in stato d’accusa al Congresso, dopo Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998. Come loro, sarà probabilmente prosciolto al Senato, incaricato di giudicarlo, perché l’aula è controllata dai repubblicani che fanno quadrato attorno al loro presidente. Il voto è “una vergogna per il Paese”, ma “sembrerebbe un bene per me”, ha reagito Trump, assicurando che la sua popolarità “è al massimo”.

Se l’impeachment minaccia di lasciare una cicatrice indelebile sul bilancio del 45esimo presidente, Trump gode ancora di ampio sostegno tra i repubblicani. L’impatto della procedura sulla sua campagna elettorale è incerto. Circa il 47,3% degli statunitensi appoggia la sua destituzione, mentre il 45,9% è contrario, secondo la media dei sondaggi diffusa da FiveThirtyEight.

L’Ucrainagate

Al centro di tutto c’è la richiesta all’omologo ucraino di indagare sul democratico Joe Biden, apparentemente destinato a essere il rivale di Trump alle presidenziali del 2020. Si trattava di aiuti militari decisivi per Kiev, bloccati come ‘ricatto’ per ottenere le indagini. Sui fatti, Dem e Gop traggono conclusioni opposte. Per i primi Trump ha commesso “abuso di potere” per crearsi un vantaggio nel 2020, mettendo a repentaglio l’integrità del voto e la sicurezza Usa. Lo accusano anche di aver ostacolato il lavoro del Congresso rifiutando di collaborare alle indagini.

Il presidente si difende

Trump e suoi invece giurano che non ci sia stata “alcuna pressione” sull’Ucraina e che le richieste fossero legittime per lottare contro la “corruzione” legata ad affari di Biden e del figlio Hunter. Accusano quindi i Dem di voler perseguitare il tycoon per timore di perdere alle urne nel 2020. Lo scontro ha avuto un esito nella pausa decisa da Nadler giovedì sera, aggiornando il voto sugli articoli per dare il tempo ai deputati di “esaminare la propria coscienza”. Venerdì, in 10 minuti la commissione si è pronunciata. La deputata dem Pramila Jayapal ha votato impugnando la Costituzione, mentre il repubblicano Kevin McCarthy ha detto che i democratici vogliono “mettere la democrazia in ginocchio”. I toni difficilmente si calmeranno prima del processo al Senato, mentre i leader Gop sembrano voler velocizzare l’iter il più possibile.

(LaPresse/AFP)

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