Inquinamento acustico, cetacei in pericolo

NAPOLI (Angelo Baldini) – I cetacei del Mediterraneo sono a rischio di estinzione. Non è una novità, ma un recente report del Wwf Campania curato dai ricercatori Laura Pintore, Alessandra Sellini e Giulia Prato rivela aspetti inediti sulle cause e sui rischi che corrono le 8 specie di cetacei che abitano il nostro mare. Svolge infatti un ruolo molto dannoso nella vita di questi animali l’inquinamento acustico. L’inquinamento acustico è causato da diverse fonti: traffico nautico, indagini sismiche, sonar, sfruttamento di giacimenti di olio e gas e impianti eolici offshore. Tutte sorgenti acustiche che emettono onde che non sono percepibili dai nostri apparati uditivi ma che danneggiano i mammiferi marini. Sorgenti acustiche che, è bene sottolineare, sono tutte di origine antropica.

I danni causati ai cetacei dall’inquinamento acustico

Le onde sonore emesse dalle sorgenti antropiche danneggiano i cetacei perché interferiscono con i loro apparati uditivi. L’esposizione prolungata, ma anche breve a questo tipo di rumori di fondo, può portare alla perdita temporanea o permanente della sensibilità uditiva, con conseguenti problemi di orientamento, e all’insorgenza di disturbi comportamentali. Effetti che compromettono attività fondamentali quali la riproduzione e l’alimentazione. Tra le cause di morte più diffuse c’è anche l’embolia. Incapaci di orientarsi, molti di questi animali finiscono per risalire troppo in fretta sulla superficie dell’acqua morendo sul colpo per non aver rispettato i regolari tempi di respirazione. Nel Mediterraneo il cetaceo che risulta più danneggiato dall’inquinamento acustico, comunque, è la balenottera comune (Balaenoptera Physalus). Ogni anno, stima il Wwf, sono 40 gli esemplari che, confusi, finiscono per sbattere contro le navi di grossa taglia.

L’appello del Wwf

Per poter invertire questa deleteria tendenza che vede le popolazioni marine assottigliarsi anno dopo anno, il Wwf lancia un appello a tutte le aziende e soggetti giuridici responsabili delle fonti di inquinamento acustico. Per quanto riguarda il traffico nautico propongono di adottare le migliori tecnologie disponibili e di adottare le migliori pratiche operative e di navigazione. Chiedono inoltre a questi soggetti di collaborare con enti quali il Santuario Pelagos, un’area marina protetta istituita dal 2022, che promuove accordi diplomatici tra le diverse nazioni per tutelare, non solo i cetacei , ma tutte le specie marine dalla minaccia dell’espansione umana. Il Santuario può infatti fornire dati e informazioni sulle corrette pratiche da seguire e sugli impatti ambientali e acustici di ogni nuova opera. Grazie proprio alla decennale esperienza maturata in questo campo. Il Wwf chiede infine alle istituzioni di implementare i sistemi di monitoraggio, per arrivare a raggiungere l’obiettivo di fornire una protezione efficace del 30% alle specie. Obiettivo dal quale siamo ancora lontani.

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