Israele, Netanyahu annuncia sospensione accordo con Unhcr

Gerusalemme, 2 apr. (LaPresse/AFP) – Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato di sospendere l’applicazione dell’accordo con l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu per il ricollocamento di richiedenti asilo africani verso Paesi occidentali. “Ho deciso di sospendere l’applicazione di questo accordo e di ripensarne i termini”, ha scritto Netanyahu sulla sua pagina Facebook, spiegando di aver letto attentamente le critiche contro questa intesa che riguarda 16.250 migranti africani.

 Secondo l’accordo, Israele si era anche impegnato a “dare lo status di residente temporaneo” a tutti i migranti che avrebbero lasciato il paese, aveva detto Netanyahu prima di tornare indietro sul compromesso. Netanyahu ha detto che incontrerà i residenti del distretto meridionale di Tel Aviv, dove vive la maggioranza di sudanesi ed eritrei interessati, che in precedenza avevano espresso insoddisfazione per l’accordo, che lasciava almeno 16mila migranti in Israele.

“Sono attento alle critiche e incontrerò i vostri rappresentanti domani mattina”, ha detto Netanyahu nel suo messaggio. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’accordo prevede che le autorità israeliane “sviluppino programmi per incoraggiare i richiedenti asilo eritrei e sudanesi a trasferirsi dai quartieri meridionali di Tel Aviv”. L’Unhcr ha ricordato la preoccupazione per un precedente piano del governo israeliano che prevedeva il rimpatrio dei richiedenti asilo, anche nei loro Paesi d’origine.

Il primo ministro israeliano ha spiegato le ragioni del fallimento di questo piano governativo di deportare in un paese terzo, compreso il Ruanda che, ufficialmente citato per la prima volta dalle autorità israeliane, ha rifiutato di accettare ‘immigrati illegali’ da Israele, ha detto Netanyahu.

Inoltre, diversi ministri hanno dichiarato di essere contrari all’accordo con le Nazioni Unite, e di non essere stati informati a inizio giornata prima della liberazione dell’Ufficio del Primo Ministro. L’Italia citata da Netanyahu come Paese di reinsediamento ha anche dichiarato di non essere interessata da questo accordo.

Secondo le autorità israeliane, 42mila migranti africani vivono in Israele, metà dei quali – donne e bambini – non sono stati minacciati dal piano di espulsione. Si tratta di migranti arrivati per lo più dopo il 2007 dal Sinai egiziano. Il confine con l’Egitto, all’epoca permeabile, è stato chiuso. In quel periodo si stabilirono in gran numero nei quartieri poveri di Tel Aviv.

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