Juve, dolce Champions: Higuain e Bernardeschi la fanno volare, Bayer ko

Foto Marco Alpozzi / LaPresse

TORINO – La sostenibile leggerezza della Juventus, invocata da Maurizio Sarri alla vigilia, ha prodotto la prima vittoria in Champions League con il minimo sforzo e (quasi) il minimo scarto. Tre gol ai tedescotti del Bayer Leverkusen sistemano la classifica e agevolano l’avvicinamento alla supersfida con l’Inter di domenica sera.

Per il divertimento, invece, c’è ancora bisogno di attendere perché poco o niente di ciò che ci si aspetta dai campioni d’Italia e dall’ex tecnico del Chelsea si è visto allo Stadium. Ma, ragionando con il metodo del passato (Allegri), non si può nascondere che la Juventus continui a vincere e da due partite non prenda gol.

Non è stato, comunque, uno di quegli spettacoli memorabili che restano negli occhi e nel cuore. Il 3-2-4-1 cortissimo del Bayer ha in qualche modo addormentato la Juventus, a sua volta non proprio in serata di massima ispirazione e dolcemente adagiata sulla rete di Gonzalo Higuain al minuto 17. Per capirsi, tra il gol del Pipita (con la complicità di un intervento sbilenco di Tah), ovvero il primo tiro in porta dei bianconeri, e il secondo tiro (sempre di Higuain) è trascorsa quasi mezz’ora, per la precisione 22 minuti. Prima e dopo poco di tutto: emozioni, determinazione, aggressività, occasioni.

Il gioco monocorde dei tedeschi, rigorosamente solo per vie orizzontali, ha consentito a Szczesny di vivere tranquillo ma ha pure anestetizzato i campioni d’Italia. Bernardeschi, preferito a Ramsey, l’ha strusciata poco e male al di là del gol del raddoppio, persino Ronaldo è scomparso per lunghi tratti dagli schermi radar in maniera che il protagonista diventasse Higuain. Quando ha avuto il pallone giusto, per due volte CR7 lo ha sciupato con conclusioni banali. Solo alla terza chance ha fatto centro.

Il paradosso di questa Juventus molto poco sarriana e ancora tantissimo ‘allegriana’ sta nel fatto che alcuni titolari inamovibili avrebbero dovuto fare le valigie e accasarsi dal miglior offerente. Il Pipita, certo, poi Matuidi e Khedira, persino Alex Sandro. Adesso, parecchio se non tutto delle ambizioni bianconere ruota intorno a loro, in una curiosa rivalutazione dell’usato sicuro. Del resto non ci sarebbe ragione per ignorarli: funzionano e non sfarfallano mai.

Con il Bayer, ad ogni modo, bastava poco e sfangarla. La squadra di Leverkusen, già suonata dalla Lokomotiv Mosca, è organizzata bene a livello tattico ma ha un tasso tecnico basso, nettamente inferiore a quello dei bianconeri, in particolare in difesa dove l’errore è come il refrain di un tormentone estivo.

Il tictic-e-titoc esasperato, poi, di certo non aiuta, semmai porta all’esasperazione. Differenze che si sono evidenziate nel secondo tempo, là dove i campioni d’Italia hanno combinato qualcosa di più e avrebbero potuto arrotondare il successo. Ma poi è subentrato il pensiero dell’Inter, a quanto pare non solo nei cori dei tifosi. In fondo, il vero esame sarà a San Siro. (LaPresse)

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