Kiev, esplosioni nel centro della capitale

Guerra Ucraina Foto AP / Felipe Dana

KIEV – Esplosioni nel centro della città di Kiev nel distretto di Shevchenkivskyi. La notizia è stata confermata dallo stesso sindaco della città, Vitalii Klitschko secondo il quale sulla capitale ucraina si sarebbe abbattuto l’ennesimo raid russo e che in precedenza si erano udite le sirene antiaeree. E che sarebbero stati abbattuti ben 13 droni kamikaze russi da parte delle difese aeree ucraine proprio nei cieli della capitale.

L’ok di Calenda

Carlo Calenda, continua la sua marcia di avvicinamento al Governo di centrodestra: “L’Italia – ha detto il leader di Azione condividendo l’operato della premier Giorgia Meloni appena giunto a Kiev – non può abbandonare questa gente. La situazione è gravissima. L’Ucraina rischia il black-out totale entro 24 ore. I missili russi colpiscono le infrastrutture energetiche, le città sono già al buio.                                                                                                                               

Gli ucraini – ha aggiunto – chiedono generatori: le centrali stanno saltando una ad una. Possiamo fare la nostra parte: dobbiamo inviare una squadra di tecnici di Terna per aiutarli a ripristinare la rete elettrica. Agli ospedali servono protesi per i bambini mutilati, tuttavia la richiesta numero uno consiste in armi, proiettili, munizioni. Stanno finendo, per fortuna anche per i russi”. E sull’operato di Meloni ha aggiunto: “Su questo la linea di Meloni coincide con la nostra. Azione voterà a favore del decreto armi anticipato da Crosetto, anche se questo non vuol dire non cercare una soluzione diplomatica. Tutti i leader europei hanno chiesto a Putin di fermarsi, lui ha sempre risposto picche. Oggi disarmare gli ucraini significa stendere a Kiev un tappeto rosso per Putin”.

Il sì alle sanzioni

Anche sulla proroga alle sanzioni da applicare a Mosca, Calenda si è trovato d’accordo con il Governo, e si e messo di traverso a Conte che invece ha annunciato il voto per lo stop all’invio di armi: “Il suo – ha detto – è qualunquismo amorale. Possiamo solo scusarci con gli ucraini per la spregiudicatezza di Conte. E per i suoi silenzi, quando sorvola su un dettaglio: lasciare l’Ucraina senz’armi vuol dire consegnarla alle truppe russe. Putin non si fermerà”.

Lotta ad ogni costo

E l’ambasciatore di Kiev a Roma, Yaroslav Melynk, in un suo intervento al Senato per la cerimonia di consegna del premio Sakharov al Parlamento europeo di Strasburgo ha spiegato che “il popolo ucraino continuerà a combattere per la libertà del Paese e dell’Europa: è il principale valore per l’89% di noi, anche se il prezzo in vite umane è alto. Quello che sta facendo la Russia in Ucraina – ha sottolineato – è qualcosa che non si è più visto dal tempo dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale. E Putin non agisce da solo, ma con il sostegno della popolazione russa. Noi non vogliamo vivere sotto l’influenza russa, vogliamo essere liberi e il nostro riferimento sono i valori europei. Continueremo a combattere, anche a costo di molte vite. Difendiamo una libertà che sognavamo da secoli e che ora, cinicamente, da dieci mesi la Federazione russa cerca di toglierci”.

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