La Bce sprona i governi: accelerare sul Recovery; avanti con politiche accomodanti

E la scelta di mantenere politiche accomodanti è confermata sia da De Guindos che dall'esponente del Consiglio direttivo della Bce, François Villeroy, governatore della Banca di Francia

Foto DDP/LaPresse in foto Christine Lagarde

ROMA – Avanti senza ritardi sui piani Recovery Fund per sostenere una ripresa, che si presenta ancora fragile e non esente da rischi. Il vice-presidente della Bce Luis De Guindos conferma la centralità dei piani di aiuto e presentando al Parlamento europeo il rapporto 2020 dell’Eurotower ribadisce da un lato la necessità di non sospendere prima del dovuto le misure in favore di crescita e occupazione. E dall’altro garantisce la prosecuzione di politiche monetarie accomodanti per sostenere famiglie e imprese.

L’utilizzo delle risorse

E proprio il corretto utilizzo delle risorse del Next generation Eu per la Bce sarà cruciale per l’intera zona euro, che dovrebbe vedere una forte crescita nella seconda metà dell’anno. Anche se l’incertezza resta alta e la ripresa sarà fragile, con il Pil che raggiungerà i suoi livelli pre-crisi solo nel secondo trimestre del 2022. In questo scenario, sottolinea De Guindos, il successo delle campagne di vaccinazione sarà cruciale per evitare che si materializzino nuovi rischi al ribasso.

In ogni caso se pienamente utilizzato il Next Generation Eu può fornire un significativo sostegno macroeconomico, pari a quasi il 5% del Pil dell’area dell’euro. Si prevede che circa due terzi dei trasferimenti erogati saranno destinati a sei paesi con un rapporto debito/Pil superiore al 100 per cento e tra questi spicca l’Italia.

La politica monetaria

In questo scenario un ruolo centrale lo dovranno avere, come sottolinea il presidente Bce Christine Lagarde: “La risposta di politica monetaria ha svolto una funzione cruciale di stabilizzazione dei mercati e ha contribuito a scongiurare i gravi rischi posti dalla pandemia al meccanismo di trasmissione della politica monetaria, alle prospettive per l’economia dell’area dell’euro. E, in ultima istanza, all’obiettivo della stabilità dei prezzi perseguito dalla Bce”.

Politiche accomodanti

E la scelta di mantenere politiche accomodanti è confermata sia da De Guindos che dall’esponente del Consiglio direttivo della Bce, François Villeroy, governatore della Banca di Francia. De Guindos ha infatti assicurato che la Bce è pronta a intervenire per valutare gli aumenti di tassi e inflazione. Ed evitare che abbiano effetti sulla ripresa. Per De Guidos infatti aumenti incontrollati potrebbero portare a un inasprimento delle condizioni di finanziamento di famiglie e imprese giudicato prematuro alla luce delle condizioni di fragilità della ripresa. Villeroy ha invece spiegato che “la fine del Pepp, possibile a partire dal marzo del prossimo anno non significa la fine di una politica monetaria accomodante”.

Il quadro macro andrà comunque incontro ancora a difficoltà. Spiega Lagarde: “Si prevedono più fallimenti in futuro” e “le imprese che sono finite in bancarotta nel 2020 probabilmente resteranno in questa condizione anche nei mesi a venire”, continua. “Ma – precisa – ci dovrà essere una distinzione tra crisi di liquidità e solvibilità”.

(LaPresse/di Paolo Tavella)

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