La commissione Segre spacca Forza Italia, Carfagna controcorrente

Foto Ufficio Stampa Quirinale/Paolo Giandotti/LaPresse Salvini, Berlusconi e Meloni

La commissione Segre contro odio, razzismo e antisemitismo in rete scuote il Senato. Il centrodestra si astiene. Alla compattezza della Lega di Matteo Salvini e di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni non corrisponde quella di Forza Italia. La squadra di Silvio Berlusconi ne esce divisa e indebolita.

L’astensione

L’istituzione della commissione Segre nasce tra le polemiche. Al di là di quelle scontate tra la maggioranza di governo M5S-PD e opposizione Lega-Fdi-Fi a far rumore sono quelle interne al gruppo dei forzisti. Con l’astensione il centrodestra è morto definitivamente.

Del centrodestra resta solo la destra?

Dopo la partecipazione di Forza Italia alla manifestazione della Lega a piazza San Giovanni qualche settimana fa, è chiaro che Berlusconi ha ceduto definitivamente la leadership a Salvini e con essa anche quello che resta del centro moderato e liberale che il suo partito ha rappresentato per un ventennio.

I malumori

Espressi in modi diversi. Se il senatore Enzo Napoli ha fatto presente che il PPe avrebbe votato a favore dell’istituzione della commissione Segre, Mara Carfagna, vicepresidente della Camera è andata oltre. “La mia Fi – questo il post amaro sui social – la mia casa non si sarebbe mai astenuta in un voto sull’antisemitismo. Stiamo tradendo i nostri valori e cambiando pelle. Intendo questo quando dico che nell’alleanza di centro destra andiamo a rimorchio senza rivendicare nostra identità”.

Lo zampino di Renzi

Se gli esponenti di Italia Viva non si fossero rifiutati di firmare la proposta di legge sulla commissione Segre che accorpava tutti i testi aventi ad oggetto l’odio in rete, probabilmente a Palazzo Madama si sarebbe raggiunta l’unanimità. Ma i colori di partito prevalgono e annullano quelli che potrebbero essere segnali positivi da lanciare al Paese.

Occasione persa

Un’occasione persa vissuta con rammarico dalla senatrice Segre. “Speravo – ha detto – che su una cosa che parla di odio senza categorie, l’odio in generale, tutto il Senato festante di questa cosa meravigliosa contro l’odio, avrebbe trovato una sintonia generale, facendo una bellissimo effetto anche davanti a tutta l’Italia”. Così non è stato.

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