La rete di riciclatori dei Belforte

La rete di riciclatori dei Belforte
La rete di riciclatori dei Belforte

MARCIANISE – Imprenditori e dipendenti di banca ‘amici’: se la cosca Belforte è riuscita a riciclare in questi anni i suoi soldi sporchi è grazie a loro. E a dare informazioni ai pm Vincenzo Ranieri e Luigi Landolfi sulla rete di presunti fiancheggiatori che ha tenuto in piedi l’economia del clan dei Mazzacane, ora c’è anche il neopentito Giovanni Buonanno. “Ricordo che Claudio Buttone e Camillo Belforte (figlio del capoclan Domenico, ndr), oltre a Giacinto Campomortoha dichiarato il collaboratore di giustizia –  usavano  Angioletto Giuliano per versare sui suoi conti denaro di provenienza illecita”. Operazioni che erano rese possibili, ha aggiunto Buonanno, per i buoni rapporti che Giuliano avrebbe avuto “con Salvatore Foglia e Gaetano Sorrentino, rispettivamente vicedirettore ed impiegato del Banco di Napoli situato in piazza Principe di Napoli a Marcianise”. 

Informazioni, quelle di Buonanno, che dovranno passare al vaglio dei giudici. Le dichiarazioni dei pentiti non sono ‘vangelo’: è possibile che non corrispondano al vero o che siano corrette solo in parte. Intanto la Dda di Napoli ha deciso di depositare i verbali che le raccolgono nel processo a carico proprio di Buonanno nel quale è accusato di estorsione e usura. Nelle prossime settimane prenderà il via l’udienza preliminare dinanzi al Tribunale di Napoli. Con lui rischiano il rinvio  a giudizio il papà Gennaro, alias Gnucchino, 73enne, esponente del clan Belforte, che risponde di pizzo e usura, Michele Campomaggiore e Claudio Buttone, accusati solo di usura, Raffaele Iuliano, che dovrà confrontarsi con l’imputazione di pizzo, e l’imprenditore Paolo Siciliano, di Capodrise, per la Dda responsabile di minacce e riciclaggio. Tutti i reati contestati ai 6 imputati per la Procura distrettuale di Napoli sono aggravati dall’aver agevolato il gruppo Belforte. 

Giuliano, Foglia e Sorrentino (innocenti fino a prova contraria), indicati dal pentito nel verbale redatto lo scorso maggio, sono estranei all’inchiesta sull’ipotizzato giro di usura che ha coinvolto proprio il pentito insieme al genitore e agli altri quattro imputati (e per quanto a nostra conoscenza non sono coinvolti neppure in altre attività investigative). 

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