VIDEO. Raciti: alle Europee per rompere lo schema di questo Governo

Raciti

NAPOLI- Il Partito democratico prova a non farsi schiacciare da Lega e Movimento 5 Stelle. I dem consapevoli che da forza d’opposizione, in questo primo anno di governo gialloverde, non sono riusciti a lasciare il segno, tentano di cambiare registro in vista delle imminenti elezioni europee. A parlarne con “Cronache” è Fausto Raciti, deputato siciliano, già segretario regionale del Pd e ancor prima segretario nazionale dei Giovani Democratici, eletto per la prima volta alla Camera nel 2013 e riconfermato nel 2018.

Qual è la situazione politica in questo momento e qual’è, in vista delle elezioni europee, l’obiettivo del Partito democratico?

L’obiettivo del Pd è ovviamente il miglior risultato possibile alle Europee con l’ambizione di rompere con il consenso, e grazie al voto, lo schema che in questo momento governa il Paese. La sensazione è che quello che viene rappresentato come uno scontro tra la Lega e Movimento 5 Stelle in realtà non sia nient’altro che la frazione di un rimpasto di governo dopo le elezioni.

Nelle ultime ore si è tornati a parlare di un possibile dialogo tra il Pd e il Movimento 5 Stelle. È un’ipotesi plausibile?

Come non stava in piedi prima che nascesse il governo gialloverde, non credo possa stare in piedi dopo. Non c’è nessuna vera crisi di governo, questa è solo una grande simulazione finalizzata al miglior risultato possibile delle forze di maggioranza in questa campagna elettorale che si concluderà con un riassetto dei rapporti tra Lega e M5S. Sbaglierebbe il Pd a convincersi o a pensare solo per un istante che ci siano possibilità di rovesciare questo schema facendo alleanze con partiti che peraltro sostanzialmente, al di là delle rappresentazioni di questi giorni, si muovono in perfetta sintonia.

Sta dicendo che in caso di rottura di questo accordo di governo voi sareste pronti a chiedere al presidente della Repubblica Mattarella di tornare al voto?

Il punto è che io non credo si romperà questo schema di governo, penso che ci stiamo ponendo un problema e che stiamo partecipando ad un dibattito che non attiene alla realtà. Leghisti e pentastellati stanno preparando un rimpasto, non c’è nessuna crisi all’orizzonte, stanno semplicemente riassestando i rapporti di forza tra loro. C’è un ministero che in questo momento è vacante e non è stato occupato che è quello agli Affari europei, c’è stato il caso Siri. È chiaro che siamo davanti, più che a una crisi di governo al classico ’primarepubblichino’ dei rimpasti.

La grande sfida di questo governo è stato il reddito di cittadinanza, ma, ad oggi, ci sono cittadini che hanno preso soli 40 euro e i patti per il lavoro non sono stati avviati. Secondo lei la misura è sbagliata concettualmente o è stata l’applicazione frettolosa a renderla inefficace?

È sbagliata sul piano concettuale e anche su quello applicativo. Sul piano concettuale perché se l’Italia è fondata sul lavoro la priorità del governo dovrebbe essere quella di crearlo e non quella di inventare forme di risarcimento per la mancata fruizione del diritto al lavoro. In secondo luogo è una misura sbagliata perché non è in alcun modo un incentivo all’occupazione e, infine, è sbagliata perché non prende atto della verità: che il problema dell’Italia oggi è la crisi legata al fatto che con i redditi da lavoro non si conduce più una vita decente, serena, che offra prospettive.

Da qualche mese il Pd ha un nuovo segretario, Zingaretti. In che rapporti è con lui?

È il segretario del mio partito, non ho un rapporto personale con lui, adesso siamo in campagna elettorale e siamo presi dalle Europee.

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