Le forze di Kiev si ritirano da Severodonetsk. Mariupol a rischio catastrofe epidemiologica

L'allarme di Vadym Boychenko, “La città è invasa da montagne di spazzatura indifferenziata, le condizioni igieniche sono precarie"

KIEV – Le forze di Kiev si ritirano da Severodonetsk. Lo ha annunciato il governatore della regione di Lugansk, Sergiy Gaidai secondo cui “le forze armate ucraine hanno ricevuto l’ordine di farlo”.

Rischio epidemia

Il sindaco della città di Mariupol, Vadym Boychenko, ha denunciato una situazione divenuta oramai critica: “La città è invasa da montagne di spazzatura indifferenziata, circa 9mila tonnellate, e le condizioni igieniche sono precarie. Si stanno diffondendo malattie infettive, tra cui non escludo il colera e la dissenteria. In tutte le zone ci sono sepolture naturali e nessuna fognatura è funzionante. Inoltre non c’è acqua potabile. Tutto questo mette a rischio la salute dei residenti di Mariupol che si ritrovano in un vero e proprio ghetto”.

Peskov: Determinati su Kaliningrad

Sul blocco dei trasporti di Kaliningrad il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha specificato che “non c’è bisogno di correre qui, ma, allo stesso tempo, siamo determinati. Ci vorrà del tempo – ha poi aggiunto – prima che vengano prese determinate decisioni. Stiamo analizzando questa situazione nel modo più serio. In questa situazione, abbiamo assolutamente ragione”.

Comunione di intenti

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba ha dichiarato che “solo la vittoria militare di Kiev convincerà la Russia a seri negoziati di pace: e armi garantiranno la via diplomatica” e che “l’aggressione russa non riguarda solo le case ucraine, ma ogni famiglia europea. Dopo la recente visita di Draghi, Macron e Scholz si vedono unità e chiarezza di intenti: ci sono differenze, ma in linea di principio si va assieme nella stessa direzione”.

La mediazione

Secondo il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov “un piano di pace potrà essere redatto solo dopo che Kiev avrà soddisfatto tutte le richieste della Russia” grazie anche al lavoro di mediazione della Turchia, anche se “la data esatta della visita del presidente russo Vladimir Putin in Turchia – ha specificato – non è stata ancora fissata. Non sono ancora stati avviati preparativi sostanziali. C’è un invito valido e il presidente intende usarlo, ma non ci sono informazioni sulle date esatte”.

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