S. CIPRIANO D’AVERSA – La droga, le estorsioni, le truffe sui ‘bonus 110 %’ e il noleggio delle auto di lusso: sono solo alcuni dei business che Emilio Martinelli (nella foto in alto), alias ‘o barone, secondo la Procura di Napoli, avrebbe gestito in nome del clan dei Casalesi. Attraverso alcuni professionisti di Terra di Lavoro si sarebbe anche inserito nel business dei raggiri assicurativi.
I ‘tozza tozza’
A far emergere l’ingerenza del 33enne, (presunto) boss, in questo settore criminale fu qualche settimana fa un documento, anonimo, diffuso negli uffici del Giudice di pace di Marano di Napoli. Lo scritto faceva riferimento a un ipotizzato sistema criminale, alimentato da un manipolo di legali, con alle loro spalle proprio Emilio Martinelli, protagonista di numerosi procedimenti civili aventi ad oggetto sinistri stradali.
Insomma, il solito meccanismo basato sulla denuncia di un incidente che, in realtà, non si è mai verificato, ma che in aula viene supportato da personaggi compiacenti disposti a dire il falso, cioè a sostenere che quel ‘tozza tozza’ tra veicoli c’era stato realmente, creando così i presupposti per chiedere alle assicurazioni l’indennizzo.
Gli investimenti
in Costiera
Parte dei guadagni ottenuto con queste sedicenti truffe sarebbe stata investita in alcuni immobili della Costiera. Stando a quanto riportato nello scritto, prima di sbarcare a Marano di Napoli, questo sistema si sarebbe fatto spazio anche a Sessa Aurunca.
Quando le dichiarazioni false e le ricostruzioni documentali posticce non sarebbero bastate per vincere la causa, il gruppo, stando a quanto riferito nel documento, avrebbe fatto ricorso ad atti intimidatori. L’esposto anonimo è finito, a quanto ci risulta, nelle mani degli investigatori che starebbero già lavorando per verificare se quanto scritto abbia una base veritiera o meno.
L’arresto
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal giudice Isabella Iaselli del Tribunale di Napoli, su richiesta dei pm Maurizio Giordano e Francesco Raffaele, che ha portato all’arresto di Martinelli l’altro ieri non contempla questo spaccato sulle truffe assicurative. Ad innescarla è stata, invece, un’inchiesta condotta dalla Squadra mobile di Caserta, ora diretta dal vicequestore Dario Mongiovì. Un lavoro che ha tracciato la presenza di ‘o barone prima al fianco di Oreste Reccia impegnato nella riorganizzazione del gruppo mafioso sanciprianese e poi la sua scalata solitaria, un’ascesa malavitosa che gli aveva procurato l’inimicizia dei Bidognetti e di Ivanhoe Schiavone.
Gli indagati
Con Martinelli, assistito dall’avvocato Domenico Dello Iacono, sono indagati per mafia (ma a piede libero), anche Gianluca Alemanni, 38enne, Luigi Annibale, 36enne, Marco Testa, 26enne, Remigio Testa, 56enne, tutti di San Marcellino, e Luciano Carpiniello, 62enne di Aversa.
La figura di Emilio Martinelli, figlio di Enrico, killer ed esponente storico del clan dei Casalesi (fazione Schiavone), è emersa anche in un’altra indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa. Questa inchiesta ha mirato a colpire il gruppo Bidognetti e quello che fa capo a Francesco Sandokan Schiavone (determinando lo scorso novembre 34 misure cautelari). Mentre i militari lavoravano per documentare e colpire le riorganizzazioni di queste due cosche, hanno scoperto l’intenso attivismo criminale di Martinelli nel settore della vendita del latte, la relazione con i Marino Mackay di Secondigliano, verosimilmente connesso al mondo della droga, e l’intesa con gli eredi dello storico gruppo De Falco. Ipotesi investigative che, probabilmente, saranno approfondite in altri filoni giudiziari.
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