Legambiente: Campania maglia nera per reati ambientali

NAPOLI – Campania maglia nera per reati ambientali. Lo affermano i dati del report annuale dedicato alle illegalità ambientali: ‘Ecomafia 2021”, di Legambiente. La Campania “si riconferma la regione dell’ecomafia a livello nazionale”.

I dati
I dati sottolineano che “con 5.457 reati accertati di illegalità ambientale nel 2020, al ritmo di 15 reati al giorno, seppure con una flessione degli illeciti (92 in meno rispetto al 2019), ma un incremento delle persone denunciate (ben 654, pari al 15,5% in più), degli arresti, più che raddoppiati (50 contro i 24 del 2019) e dei sequestri (131 in più nel corso del 2020” la Campania si conferma maglia nera.

I commenti
Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo ha sottolineato come “nonostante il lockdown e l’arresto di tante attività c’è stato un ulteriore sviluppo delle violazioni del testo unico ambientale. E ancora una volta, anche nella consumazione di questo tipo di reati, emerge con chiarezza il primato delle quattro regioni in cui sono più radicate le mafie: Sicilia, Campania, Calabria e Puglia”.  A Cafiero de Raho ha fatto eco Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania: “A fronte di una situazione inaspettata, causata da una drammatica pandemia – ha detto –  a criminalità ambientale in non si è fatta trovare impreparata. E’ riuscita a tenere botta, sia nelle attività illegali sia nel relativo business, nonostante i colpi inferti da magistratura e forze di polizia. Il business dell’ecomafia minaccia gravemente il futuro della nostra Regione sottraendo risorse preziose all’economia legale, falsa il mercato e la competizione, impedendo un reale sviluppo economico e sociale del territorio a totale beneficio delle cosche criminali”.

Non abbassare la guardia
Mariateresa Imparato ha poi aggiunto che “non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro, a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingentissime risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Oltre al lavoro repressivo – ha aggiunto la presidente Legambiente Campania – va sviluppato anche quello preventivo. Visti i numeri molto importanti di progetti da valutare e cantieri da aprire, con rilevanti produzioni di rifiuti, terre e rocce da scavo potenzialmente inquinate, e fondamentale alzare il livello qualitativo dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dalla nostra Regione. E’ necessario tenere alla larga da questa grande trasformazione la criminalità ambientale, con l’annessa rete di colletti bianchi, connivenze e corruttele. Governo, Parlamento. Regione e Enti Locali diano un segnale immediato su questo fronte. Non c’è più tempo da perdere”.

Napoli maglia nera
Nel report a livello provinciale la maglia nera per illegalità ambientale spetta a “Napoli con 1.615 reati, anche se con una significativa riduzione del numero di illeciti, pari al -36,7%” mentre la Campania “registra il numero più alto di reati in applicazione della legge 68 del 2015 sugli ecoreati, nel 2020 raggiungono quota 280 ( + 77% rispetto lo scorso anno), con 216 persone denunciate e 3 arrestate, coinvolgendo 7 persone giuridiche e con un valore di beni sequestrati di oltre 25 milioni di euro”.

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