L’impegno di Draghi per i giovani: investire sulla scuola è un atto di giustizia

"E' difficile star calmi, è un momento commovente. Grazie per questo calore".

Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse

ROMA – “E’ difficile star calmi, è un momento commovente. Grazie per questo calore”. Mario Draghi è a Bari, alla sua prima visita istituzionale da premier al Sud. Il premier incontra i ragazzi dell’Its Cuccovillo, nel rione Japigia, periferia del capoluogo pugliese. L’entusiasmo dei tanti giovani presenti contagia il capo del Governo, che ringrazia e prende subito un impegno nei loro confronti. Draghi si dice “colpito” dal “loro idealismo, dalle loro capacità, dalla loro dedizione”. Pensa ai giovani diplomatici incontrati durante la visita a Tripoli, ai medici e agli infermieri conosciuti a Bergamo e al centro vaccinale di Fiumicino, ai campioni dello sport ricevuti a Palazzo Chigi, ma anche – sottolinea il premier – “ai tanti che mi scrivono, per raccontare le proprie paure e le proprie ambizioni”. Verso di loro, verso tutti i giovani, l’impegno. “Dopo anni in cui l’Italia si è spesso dimenticata delle sue ragazze e dei suoi ragazzi, sappiate che le vostre aspirazioni, le vostre attese, oggi sono al centro dell’azione del Governo”.

Per rispettarlo Draghi intende mettere al centro l’istruzione. “Investire nella scuola è quindi un dovere civile e un atto di giustizia sociale”, scandisce, perché “un sistema educativo che non funziona alimenta le diseguaglianze, ostacola la mobilità e priva l’Italia di cittadini capaci e consapevoli”. Dalla formazione, è convinto il premier, dipende il futuro del Paese ed è per questo che anche la transizione digitale e quella ambientale dovranno, nella strategia di palazzo Chigi, “coinvolgere anche il nostro sistema educativo” in modo da “riallineare” la domanda e l’offerta di competenze, soprattutto per le professioni ad elevata specializzazione.

La scelta di far visita a un Istituto tecnico superiore non è casuale. “Avete dimostrato di saper preparare il futuro”, ammette Draghi che ricorda come il 92% dei diplomati Its riesca a trovare un’occupazione che sia coerente con il proprio percorso di studi. Nel Pnrr, “investiamo circa 1 miliardo e mezzo di euro per dare ulteriore slancio”, ricorda l’inquilino di palazzo Chigi che preme invece per intervenire per colmare i divari di genere. A oggi, infatti, solo il 28% dei diplomati ITS sono donne. “È nostro dovere abbattere i pregiudizi e gli ostacoli che ancora ostacolano il talento femminile. Una sfida che possiamo vincere solo se partiamo dalla scuola”, dice chiaro.

L’istruzione tecnica all’avanguardia, per Draghi, è poi essenziale per far ripartire il Mezzogiorno e ridurre la disoccupazione giovanile. I fondi del Pnrr non vanno sprecati. “Le risorse messe a disposizione per il Sud oggi non hanno precedenti nella storia recente. Dobbiamo spendere bene questi soldi, con onestà e rapidità”, dice il presidente del Consiglio che ne affida la responsabilità sì al Governo ma anche agli altri enti territoriali. “I ritardi nella spesa, che per troppo tempo hanno colpito il Mezzogiorno, sono un ostacolo alla vostra libertà e una tassa sul vostro futuro”, è la convinzione dell’inquilino di palazzo Chigi.

Draghi è ai giovani che intende passare il testimone. “A voi – scandisce –  spetta il compito di trasformare l’Italia. Il nostro compito è mettervi nelle condizioni di farlo al meglio. Il vostro è cominciare a immaginare il Paese in cui vorrete vivere. Preparatevi a costruirlo, con passione, determinazione e, perché no, – dice quasi citando lo ‘stay foolish’ di Steve Jobs a Stanford –  un pizzico di incoscienza”.

Di Nadia Pietrafitta

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