L’intervista. Bosco: “Con Cambiamo il polo moderato in Regione”

NAPOLI- Il risultato delle elezioni in Città metropolitana rappresenta un banco di prova per i centristi e per la neo-alleanza tra Noi di centro di Clemente Mastella, in maggioranza con il Pd sia in Regione che al Comune di Napoli, e Cambiamo di Giovanni Toti che è sempre rimasto nell’alveo di centrodestra. Un primo passo per una probabile alleanza, più strutturata e allargata ad altre forze moderate, in vista delle Politiche. A parlarne con Cronache è il coordinatore regionale di Noi di Centro Luigi Bosco.

Oggi si vota per la Città metropolitana di Napoli, crede che la scelta di presentarvi con Cambiamo, che orbita nel centrodestra mentre voi siete nel centrosinistra, possa rivelarsi vincente?

Ci siamo battuti per avere il simbolo Noi di centro e raccogliere 88 firme è stato un grande risultato. Cambiamo si è dichiarato di centro e questo ci dice che è un partito che come il nostro guarda al futuro. Si tratta di un ‘partner’ scelto anche per avviare un dialogo e capire come rispondono gli amministratori della provincia. Un vero esperimento di centro che col nome Napoli al centro, richiama l’esperienza centrista già fatta alle provinciali a Caserta e a Benevento dove il centro è sopravanzato rispetto al Pd: le liste moderate hanno preso più seggi di quelle dem. Adesso speriamo che a Napoli ci si mette in scia con il progetto partito lo scorso 18 dicembre. Non pensiamo di poter battere il Pd di Casillo e Topo a Napoli o di De Luca a Salerno, ma siamo certi di poter fare un buon risultato.

Ma è Cambiamo a essersi spostato a sinistra o voi che, visti i trascorsi di Mastella in Forza Italia, state tornando verso il centrodestra dopo il capitolo deluchiano alle Regionali e manfrediano alle Amministrative napoletane?

Ci siamo incontrati al centro, non c’è stato nessuno spostamento. C’è uno spazio politico praticabile, dove non c’è traffico, al momento e noi abbiamo intenzione di percorrerlo. Inoltre, nei fatti, alle elezioni metropolitane molti centristi sono nelle liste di De Luca e Manfredi, ma abbiamo fatto un ragionamento diverso.

Anche Azione ha scelto di formare una lista propria e anche Calenda guarda al centro…

Sì, anche Azione ha presentato il simbolo, ma mentre noi ci dichiariamo di centro, Calenda non ha ancora dichiarato dove vuole stare. Francamente quello di Azione non lo definirei un esperimento centrista.

In Regione questi nuovi accordi in cosa si tradurranno?

La prospettiva è quella di provare ad ipotizzare un ragionamento federativo o di gruppo unico con componenti centriste. Iv, Cambiamo e pezzi di civici che possono essere interessati.

Oltre a Toti e Calenda anche Italia viva guarda al centro, voi parlate di Grande centro e i renziani di Terzo Polo. Che differenza c’è? Vi ritroverete insieme?

In realtà credo che la prospettiva, sebbene non ci siano stati dichiarazioni di intenti, sia la stessa. Grande centro o Terzo polo, si guarda alla costruzione di un contenitore con tutte le sigle e i partiti interessati a quell’area.

Pare che alle Politiche la legge elettorale sarà quella in vigore, il Rosatellum, pensata più per un sistema bipolare che tripolare. Non crede che già questo possa penalizzarvi?

La legge attuale spinge verso i due poli, ma nel 2018 il terzo polo che, in quel momento, era rappresentato dal M5S ha prodotto il maggior numero di eletti. Quindi questa legge elettorale non esclude la possibilità fare eleggere una pattuglia di parlamentari.

Se si raggiungesse un accordo per modificare la legge elettorale, per voi cosa andrebbe cambiato?

Ci auguriamo una riforma della legge elettorale con correttivi proporzionali. Così con la soglia di sbarramento invariata, sarebbe una legge perfetta per l’area di centro e per i partiti che vogliono vedersi rappresentati”.

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