L’intervista. Valente: “Non sono deluchiana ma non abbiano nomi più forti”

La deputata: “Italia Viva? Non so se presenterà liste”

NAPOLI – Il centrosinistra si è compattato su scala nazionale quando il Partito democratico e Leu hanno deciso di accettare l’alleanza con il Movimento 5 Stelle e sostenere il governo Conte bis. Ma sui terrtiori non sempre si riesce a fare squadra e questo in vista delle Regionali in Campania rischia di indebolire il candidato governatore che dovrà battere il centrodestra. Il nome del presidente uscente Vincenzo De Luca risulta ancora divisivo, ma continua a mnacare un’alternativa. A fare il punto con Cronache sull’attuale situazione politica nazionale e campana è la deputata dem Valeria Valente.

Onorevole, stando ai sondaggi l’alleanza di governo con il Movimento 5 Stelle non vi premia né su scala nazionale né su quella locale. Secondo lei perché, in questo momento, i cittadini si sentono più rappresentati dal centrodestra o, addirittura, da movimenti come quello neonato delle “sardine”?

Abbiamo sicuramente vissuto le prime settimane di rodaggio di un’alleanza difficile, non scontata. Credo che dopo la due giorni di Bologna si sia raddrizzato il tiro e che il Pd faccia bene a rimarcare la propria identità con senso di responsabilità, poichè la sfida che stiamo affrontando è nell’interesse del Paese. Ci sono principi, però, irrinunciabili su cui non possiamo cedere e penso all’abrogazione del decreto sicurezza, al tema prescrizione o alla rivisitazione sul ruolo della donna nella famiglia e nella società su cui siamo in netta discontinuità rispetto al governo precedente. E’ giusto fissare dei paletti anche perché non credo che il Pd chieda cose irricevibili per i 5 Stelle. L’alleanza è legata al governo, si sperimenta e si verificano i punti di convergenza ma noi restiamo alternativi ai grillini e immagino che alle prossime Politiche continueremo ad essere su un campo diverso, a meno che i 5 Stelle non facciano scelte più nette.

A breve si voterà in Calabria e in Emilia, e proprio al risultato emiliano si tenta fin da adesso di attribuire una valenza nazionale. Si dice possa essere un test sul governo. Se il centrodestra dovesse espugnare il fortino dem su cosa ci sarebbe da riflettere, sul partito o sull’alleanza con i grillini?

Penso che il consenso elettorale cambi così repentinamente che risultati significativi adesso tra sei mesi potrebbero essere totalmente diversi. Questo voto è importante, ma esprimerà un giudizio di tipo amministrativo, sulla qualità di governo espressa da noi che in Emilia abbiamo governatore con Bonaccini e sulla sua leadership regionale. E’ chiaro che ogni partito fa scelte autonome, su cui non intendo sindacare, ma avrei auspicato una convergenza su Bonaccini. Penso che il M5S poteva valutarla. A questo punto mi auguro che la loro non sia stata una scelta pregiudiziale.

In Campania il centrodestra è pronto a ufficializzare la candidatura a governatore di Caldoro. Chi crede debba e possa essere il candidato ideale per un’alleanza del Pd con il M5S e le altre forze di centrosinistra? È favorevole ad un accordo con i pentastellati?

La candidatura ideale del centrosinistra è De Luca, non credo che ci sia nome più forte. Posso non condividere i suoi toni, non sono mai stata una sua sostenitrice, ma a distanza di poco tempo dal voto e al di là delle distanze che mi dividono da lui, credo che sulla qualità di governo espresso non ci debbano essere dubbi. La Campania rispetto a 5 anni fa è migliorata.

L’esponente di Italia Viva, il deputato Gennaro Migliore ha chiesto, però, un passo indietro a De Luca…

Non so neanche se Italia Viva presenterà le liste. Ricordo che gran parte di Italia Viva ha sostenuto De Luca, mi auguro lo faccia ancora con il Pd perché l’alternativa è il centrodestra. La partita è aperta, delicata da giocare e non sarà facile vincere, considerato per il trend positivo degli avversari. C’è bisogno di compattarsi adesso.

Lei è presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. Qualche mese fa il governo ha approvato il ‘codice rosso’ ma Pd e Leu si sono astenuti. Ci spiega cosa non convince?

Le intuizioni sono state giuste, ma nel merito perseguite male. Penso all’introduzione di nuovi reati come come il revengeporn, piuttosto che alla parte relativa ai tre giorni per la denuncia che portano a un intasamento delle procure e rischiano di danneggiare ulteriormente le donne vittime di violenza. Ci sono lacune enormi a partire dalle risorse: si prevede di rafforzare i corsi per preparare il personale ad accogliere nel miglior modo possibile le denunce, ma senza soldi diventa difficile. Stiamo lavorando ad alcune modifiche al codice rosso proprio per renderlo più efficace. In commissione, intanto, proviamo ad indagare sul rischio della vittimizzazione secondaria: le donne violentate, maltrattate, abusate spesso non vengono credute o si ritrovano davanti persone che sminuiscono quanto sono state costrette a subire. Il rischio della colpevolizzazione della vittima è forte e non aiuta l’emersione. Chiediamo alle donne di denunciare, ma ancora non abbiamo costruito una rete in grado di ascoltarle, sostenerle e accoglierle. Le uniche realtà in grado di farlo sono i centri antiviolenza, ma sono ancora troppo pochi.

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