Luglio “caldo” per presidi e docenti

Personale al lavoro anche in questi giorni: troppi dubbi sulle modalità del rientro in classe e l’eventuale ricorso alla didattica a distanza. Cosentino (Uil): “Se gli alunni non saranno vaccinati serviranno più aule per distanziarli”

Napoli – Un luglio “caldo” per i docenti con troppe incognite sul rientro in classe. Nessuno sa come (e se) si tornerà in aula, se bisognerà assicurare di nuovo il distanziamento, quale sarà la situazione delle vaccinazioni per gli alunni. E oltre ai problemi legati al Covid, c’è l’annosa questione delle cattedre da coprire e del personale precario. Senza dimenticare la questione dei trasporti, tutt’altro che secondaria, se si considera che uno dei timori principali che hanno portato alla sospensione delle lezioni in presenza sono proprio gli assembramenti sui mezzi pubblici.

Presidi e docenti sono al lavoro anche in questi giorni per organizzare la ripresa delle lezioni: a settembre non manca poi molto e a questo punto si rischia di dover sacrificare anche giorni in agosto per preparare tutto. . “C’è la preoccupazione – nota Salvatore Cosentino della Uil – che la pandemia possa riprendere corpo e in questo caso le esigenze delle scuole saranno le stesse dell’anno scorso. Non è scontato che si torni al distanziamento, ma i dati dei contagi iniziano ad essere attenzionati. La variante Delta colpisce proprio la fascia di età nella quale rientrano gli studenti, ma al momento la vaccinazione sotto i 12 anni non si effettua. E se questa norma resterà in vigore, serviranno distanziamento, più aule, tracciamento e prevenzione. Ad ogni modo, la didattica a distanza deve essere l’extrema ratio”. Quanto alle vaccinazioni dei docenti, “nell’ultimo incontro con l’assessora regionale all’Istruzione Fortini, circa un mese fa, ci è stato riferito da un componente del comitato tecnico scientifico che il 93-94% del personale era stato immunizzato”.

Per le assegnazioni delle cattedre, si aspetta a giorni il decreto interministeriale che definirà il numero di immissioni in ruolo. Un elemento positivo c’è: le operazioni per coprire i posti vacanti sono iniziate un po’ prima rispetto agli altri anni e potrebbero essere completate prima dell’inizio delle lezioni. Si procederà anzitutto alle assegnazioni provvisorie: l’anno scorso erano circa 2000 i docenti campani assegnati a sedi fuori regione e per molti di loro l’obiettivo è tornare in Campania con la mobilità annuale. Poi saranno assegnate le sedi per i contratti a tempo indeterminato.

C’è attesa anche per l’approvazione del decreto sostegni bis, prevista per il 24 luglio: diverse norme dovrebbero riguardare la scuola, in particolare il reclutamento. “Il principale male della scuola italiana – dichiara Cosentino – è il precariato, che in Campania riguarda precari almeno 20mila lavoratori e che non trova soluzioni indipendentemente dal colore del governo in carica. Ci auguriamo che per stabilizzare il personale ci possano essere strade che non vogliamo siano definite sanatorie: si tratta di persone che garantiscono da anni il funzionamento della scuola italiana”.

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