M5S, Di Maio: “Salveremo Napoli dal crac, in Europa con i progressisti”

Per lui la politica è una passione

Foto Fabrizio Corradetti / LaPresse Nella foto: Luigi Di Maio

ROMA – Ministro Luigi Di Maio iniziamo dal libro che narra la sua passione per la politica: ha solo 35 anni pensa di fare il politico tutta la vita? «Per me la politica è una missione. Ogni singolo secondo lo spendo per migliorare la vita agli italiani ed è agli italiani che devo rispondere. Il senso di questo libro è questo. Aneddoti che raccontano come la politica si intreccia con storie di vita». Così il ministro Luigi Di Maio in una lunga intervista al Mattino di Napoli in cui parla del suo impegno in politica e dei principali temi del giorno.

Quando le dicono che non è un grillino ma un democristiano cosa risponde? «Il simbolo del Movimento ce l’ho marchiato sulla pelle. Dipende poi dal significato che si dà a quel “democristiano”. Io sono per trovare le soluzioni e a volte bisogna trovare un compromesso per farlo, mettendo al primo posto gli interessi degli italiani».

Cosa è stata la democrazia cristiana per lei? «L’ho vissuta con dei riferimenti che hanno dato un contributo storico al Paese come Aldo Moro e Alcide De Gasperi. Come è giusto guardare la storia è giusto guardare al futuro. Io da cattolico dico – come ci ha ricordato Papa Francesco – che oggi il futuro è la salvaguardia del Creato. Per noi del Movimento la transizione ecologica e in queste senso ci sono i presupposti per far diventare il M5S la più grande forza ecologista d’Italia».

Ha fatto lo steward allo stadio, è una esperienza che le pesa, che l’ha formata o cosa? «Orgoglioso dei lavori più umili che ho fatto, sono le esperienze più dure quelle che formano. Poi sono stato fortunato: oggi sto qui a rilasciare un’intervista da ministro. Ho scritto il capitolo sul “bibitaro” pensando ai ragazzi che fanno i lavori umili per pagarsi gli studi, per andare avanti. E devono sentire certa politica che invece utilizza “il bibitaro” per offendere. Io voglio dire a quei ragazzi, ai miei conterranei, che sono i miei eroi».

Napoli è in difficoltà il sindaco Gaetano Manfredi reclama il rispetto del “Patto per Napoli”.

«La prima cosa è che per questo “Patto” si sono spesi Conte, Letta e Speranza. Manfredi ha dato la disponibilità a candidarsi dopo la firma di quel patto e non va dimenticato. Gaetano ha ragione da vendere e adesso gli impegni presi per lui vanno mantenuti dalle forze politiche. Dico – anche a nome del Governo – che siamo consapevoli delle difficoltà di Napoli» Concretamente qual è l’impegno del Movimento? «Stiamo lavorando a una soluzione strutturale per il bilancio. Il Governo e il Parlamento stanno lavorando su questo. La viceministra Laura Castelli ha già sentito l’assessore al Bilancio Baretta che vedrà nei prossimi giorni. Quello che posso dire è che serve il sostegno di tutte le forze politiche di maggioranza. Una soluzione strutturale significa fare un intervento che non porti più Napoli con l’acqua alla gola. Se sarà una norma speciale lo discuteremo presto, serve l’impegno dì tutti».

Manfredi chiede un commissario per il debito.

«Manfredi oltre a essere un amico conosce a fondo le questioni del Comune e quindi tutte le proposte che fa vanno considerate».

Cosa pensa della giunta Manfredi? Visto che non ha indicato nessun assessore qualche cattivo pensiero può starci o no? «Nella giunta ci sono assessori del Movimento e i nostri consiglieri eletti sono espressione della società civile che darà un forte contributo al sindaco. Così come i consiglieri di Municipalità: ci sono competenze. A Napoli penso ci sia una classe dirigente che ha portato i suoi frutti e rappresenta un esempio a livello nazionale. A Napoli e nella sua area metropolitana c’è il più alto numero di giunte del M5S: da Pomigliano, ad Arzano, a Volla e ad altri comuni».

(LaPresse)

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