M5S, Fattori: “Di Maio non ha lo spessore, il voto su di lui è un paravento”

L'intervento della senatrice M5S

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 07-11-2018 Roma Politica Senato - Voto finale su dl Sicurezza Nella foto Elena Fattori Photo Roberto Monaldo / LaPresse 07-11-2018 Rome (Italy) Senate - Law decree on Security In the photo Elena Fattori

MILANO – “Se vuoi fare il capo e tenerti due ministeri devi essere una cima: lui a 32 anni non aveva l’esperienza e neppure lo spessore”. Così la senatrice M5S Elena Fattori in un’intervista a La Stampa, a proposito del capo politico Luigi Di Maio, su cui oggi si vota sulla piattaforma Rousseau. “Io non voto proprio perché è del tutto inutile. Questo voto è solo un paravento, una trovata comunicata per uscire dall’angolo. Se Luigi voleva fare un passo indietro lo faceva e basta”, aggiunge, “è già partita una macchina che porterà alla solita ratifica di una decisione già presa, Grillo ha parlato. Passerà l’idea che chi non vota la fiducia è un mascalzone”.

Il voto è stato libero “una volta sola, anni fa, sull’abolizione del reato di immigrazione clandestina. La votazione andò in modo imprevisto dai capi. E da allora sono state solo ratifiche di decisioni già prese”. “Se fai un partito proprietario, in cui in pochissimi decidono tutto, è chiaro che la colpa è di chi comanda in modo blindato e autoreferenziale. Dopo non puoi dire che le sconfitte vanno condivise”, rimarca Fattori, e Fico o Di Battista come leader non srebbero meglio, “se non la cambia la struttura piramidale non serve cambiare leader. O il Movimento torna alle origini oppure va a sbattere”.

Quanto al risultato delle Europee, “siamo stati ancillari alla Lega, gli abbiamo lasciato autostrade su sicurezza e immigrazione. Questo risultato non mi ha sorpreso”. “Dobbiamo riorganizzarci come movimento orizzontale. Tornare a votare oggi sarebbe un regalo a Salvini”, conclude Fattori, “tutti i decreti dovranno passare dal Parlamento e noi siamo di più: sulle autonomie i nostri parlamentari del sud non accetteranno di spaccare l’Italia. Anche sulla flat tax, se dovesse favorire i ricchi,ci saranno inciampi. Salvini tirerà la corda, ma su alcuni temi molti di noi non si piegheranno. Se non gli andrà bene sarà lui a decidere cosa fare”.

(LaPresse)

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