M5S, la moglie di Pizzo: “Mio marito mi disse che le magagne usciranno”

Il manovale di Pomigliano d’Arco ha denunciato alle Iene l'attività di lavoro nero nella società del padre

Roma (LaPresse) -“Dopo tutto quello che ha passato, mio marito non riesce a sopportare che Di Maio dica di provenire da una famiglia onesta. Un po’ di tempo fa, fu criticato su Facebook da un grillino e si sentì offeso. Si è arrabbiato e ha deciso di tirare fuori la verità, parlando delle magagne”. A parlare con Repubblica è Antonella, la moglie di Salvatore Pizzo il manovale di Pomigliano d’Arco che ha denunciato alle Iene l’attività di lavoro nero nella società del padre di Luigi Di Maio.

“Noi lo abbiamo fatto senza alcuno scopo. Mio marito si era scocciato di questo mondo invisibile, solo noi conosciamo la realtà di queste cose. In un momento di rabbia, di nervi, si dice la verità” aggiunge. “Non ha fatto alcuna campagna elettorale con i Cinque Stelle. Può darsi che all’inizio gli piacesse perché ne parlavano come di un partito onesto, anche se non l’ ho mai sentito elogiare questo movimento. Soprattutto perché sapeva che Luigi Di Maio era figlio di Antonio. Anzi, una volta si chiese proprio questo” conclude.

Per Mulè (FI) Di Maio non deve più attribuire patenti di illibatezza dopo Le Iene

“Non bisogna essere ‘infimi sciacalli’ (copyright Di Maio a proposito dei giornalisti) dopo il servizio delle Iene sul lavoratore in nero pagato dai Di Maio, ma realisti. La storia di Salvatore Pizzo (un cognome che ha inciso un triste destino) assunto in nero e senza tutele dall’impresa dei Di Maio è l’esatta parabola di quello che ripetiamo sui disastri che potrebbe causare il reddito di cittadinanza dei 5Stelle soprattutto al Sud: lavoro nero, sfruttamento e nessuna dignità, oltre a un salasso per i conti dello Stato”.

“Dopo questa storia tristissima, il ministro del Lavoro altrui (per giunta in nero) Luigi Di Maio che dispensa manette dall’alba al tramonto risarcisca il muratore, la pianti di distribuire patenti di illibatezza a chiunque e chieda scusa. E faccia l’unico atto politico conseguente: ritiri la follia del reddito di cittadinanza, che com’è pensato dai 5Stelle non aiuta i poveri ma li espone alla schiavitù dei ‘padroni’ come insegna la storia del signor Pizzo assunto in nero dai Di Maio”. Lo afferma, in una nota, Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato.

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