Mafia e appalti, patto in carcere tra Schiavone e Ndrangheta

Il nipote del boss Francesco "Sandokan", conosciuto come "O Russ", puntava agli appalti in Calabria. Il ruolo di Coppola (che non è indagato).

Schiavone Nicola e Alessandro Ucciero
Schiavone Nicola e Alessandro Ucciero

La Divisione investigativa antimafia di Napoli studia i movimenti di Nicola Schiavone ‘o russ, nipote del boss Francesco Sandokan Schiavone. Era già finito in cella perché aveva messo al servizio del clan dei Casalesi il suo ruolo di imprenditore. Terminata di scontare la pena incassata nel 2019, tornato nell’Agro aversano (dopo alcuni mesi ai domiciliari in Toscana). Secondo la Dia, mentre era in prigione ha intessuto relazioni con soggetti collegati alla ‘ndrangheta che avrebbero potuto aiutarlo negli appalti in Calabria.

La circostanza emerge durante una conversazione con l’imprenditore Mario Coppola, di Casal di Principe, datata ottobre 2020. ‘O russ dice all’uomo d’affari che si stava organizzando per partecipare ad alcune gare bandite proprio in Calabria. Per rituffarsi nel mondo degli affari, Schiavone avrebbe costituito, secondo l’accusa, la Vonax Group, intestandola solo fittiziamente al liternese Alessandro Ucciero.

Il pubblico ministero Graziella Arlomede della Dda ha chiesto al Tribunale di Napoli di condannarlo, con rito abbreviato, a 8 anni di reclusione. Coppola non è coinvolto in questo procedimento e, per quanto è a nostra conoscenza, non è indagato. Ed è da considerare innocente (stesso ragionamento che vale per Schiavone), fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

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