Di Maio a ‘Porta a porta’ evita il ‘trappolone’ e gabba i giornalisti già schierati

ROMA (loredana lerose) – Più che un confronto, quello di ieri a Porta a porta per il candidato premier del M5S Luigi Di Maio è stato un trappolone mal riuscito. I giornalisti in studio, teneri con i due competitor Silvio Berlusconi di Fi e Matteo Renzi del Pd, sono stati gabbati proprio dallo ‘sbarbatello’ pentastellato che senza arte né parte ha risposto come e meglio dei due mestieranti della politica. Che sia riuscito a dissipare i dubbi relativi alla natura del Movimento? In realtà ai più è chiaro da tempo, ma gli ‘intellettuali’ arroccati sul concetto di destra, sinistra e centro evidentemente non sono al passo con i tempi. “Abbiamo superato il concetto di sinistra e destra – ha spiegato Di Maio – La sinistra ha distrutto gli operai, la destra le imprese: le due categorie che dovevano difendere”. E ancora su immigrazione, reddito di cittadinanza e lavoro. “Con l’immigrazione si rischia la bomba sociale, non si risolve con gli slogan. Vanno accorciati i tempi per identificarli: da 2 anni a 2 mesi – ha proposto – Chi può stare qui viene accolto in strutture pubbliche, per gli altri faremo trattati i paesi dai quali provengono con progetti di cooperazione e sviluppo. I destinatari delle nostre politiche non saranno l’1% di privilegiati ma l’altro 99% di italiani. Prima del reddito di cittadinanza dobbiamo riformare i centri dell’impiego, per mettere insieme domanda e offerta di lavoro – ha aggiunto Di Maio – Va abolito il Jobs Act per come lo conosciamo. Daremo di nuovo garanzie per quelli che prima potevano utilizzare l’articolo 18. Dobbiamo abbassare il costo del lavoro”. Infine l’appello al voto:  “gli italiani possono votarci a carte scoperte – ha concluso – Non conosciamo i candidati di centrosinistra e centrodestra. Gli attacchi degli altri verso il nostro governo sono boomerang. Alla sanità c’è uno scienziato, all’economia uno dei migliori economisti del mondo. Questa squadra ha una guida politica, non tecnica”.

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