Maltempo, Coldiretti: “Neve manna per i campi secchi in un inverno anomalo”

Il gelo continua a spaventare gli agricoltori

Foto LaPresse - Marco Cantile Nella foto: il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo

MILANO – “Dopo un inizio inverno anomalo segnato da incendi boschivi e campi aridi per la mancanza di precipitazioni nel 2019 al nord, l’arrivo della neve è manna per le campagne in allarme per le riserve idriche sulle montagne, nei fiumi, nei laghi e nel terreno necessarie alle coltivazioni nel momento della ripresa vegetativa”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’arrivo della neve per scongiurare una preoccupante siccità fuori stagione. Favorita da precipitazioni che a gennaio sono state nettamente inferiori alla media climatica di 47,2 millimetri di pioggia dell’Italia settentrionale.

“Le precipitazioni però – sottolinea la Coldiretti – per poter essere assorbite dal terreno devono cadere in modo continuo e non violento. Mentre gli acquazzoni aggravano i danni provocati dagli allagamenti con frane e smottamenti. Positiva è invece la presenza della neve per incentivare il recupero delle risorse idriche. E anche favorire la produzione di grano, secondo il vecchio adagio contadino ‘sotto la neve il pane'”.

Il gelo continua a spaventare gli agricoltori

“A preoccupare è invece il gelo che – continua la Coldiretti – mette a rischio i raccolti di verdure e ortaggi dopo le gravi perdite subite dall’inizio dell’anno nel mezzogiorno. Che hanno ridotto le disponibilità sui mercati con effetti sui prezzi”. Nelle campagne le temperature sotto lo zero danneggiano le coltivazioni invernali come carciofi, finocchi, sedano, prezzemolo, cavoli, verze, cicorie e broccoli. Ma lo sbalzo termico improvviso ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra.

“Nei campi – conclude la Coldiretti – è corsa contro il tempo per raccogliere le produzioni prima dell’arrivo del gelo. Dopo un 2018 che ha provocato danni all’agricoltura italiana stimati in circa 1,5 miliardi. Gli eventi atmosferici estremi sono ormai diventati la norma e non solo ha stravolto le tradizionali differenze climatiche tra Nord e Sud. Ma si manifesta con una più elevata frequenza di sbalzi termici significativi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo”.


(LaPresse)

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