Manovra, Fico si difende: “Sono stato imparziale”

Il presidente della Camera risponde alle accuse mosse negli ultimi giorni

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Roberto Fico

MILANO “In questi giorni ho ricevuto degli attacchi, che sono legittimi e derivano dalla posizione che oggi ricopro. Gli attacchi si sono concentrati soprattutto sulla mia mancata imparzialità e sul fatto che sono il braccio armato della maggioranza e anche questo è assolutamente falso”. Così il presidente della Camera, Roberto Fico, su Facebook poco dopo il via libera alla manovra a Montecitorio.

Il presidente della Camera risponde agli attacchi

“Io – ha chiarito – interpreto il mio ruolo in modo totalmente indipendente, imparziale e terzo e rispetto i diritti della maggioranza e delle opposizioni, come ho sempre fatto fin dal primo giorno come presidente della Camera. Io credo che il Parlamento è centrale e deve rimanere centrale, con le commissioni”.

La travagliata discussione sulla Legge di Bilancio

“Che cos’è successo, invece, con la legge di bilancio? Nel momento in cui la terza lettura della legge arriva alla Camera a Natale, ci sono due strade che mi sono trovato davanti: quella di ampliare i tempi della discussione sia in commissione sia in aula andando oltre il primo gennaio e prendendo da solo il rischio di mandare in esercizio provvisorio la nostra Italia e il nostro Stato – ha sottolineato Fico – o cercare di riuscire a far approvare la legge di bilancio nel tempo in cui deve essere approvata, ovvero entro il 31 dicembre anche perché dobbiamo dare un tempo congruo al presidente della Repubblica per esaminare la legge e, in caso, promulgarla. Non potevo io da solo prendere questa responsabilità”.

I delicati equilibri tra Governo e Parlamento

Il presidente della Camera, nel corso del video su Facebook, ha sottolineato poi l’esistenza di “un problema che è antico, ovvero il rapporto tra il Governo e il Parlamento. È chiaro che, nel momento in cui arrivano molti decreti alla Camera e al Senato, il Parlamento non lavora nel modo giusto. Infatti, ho iniziato un’interlocuzione con il ministro per i Rapporti con il Parlamento per far ridurre il numero di decreti da mandare alla Camera e al Senato. Se arrivano pochi decreti, la Camera riesce arrivare in modo molto migliore e, secondo me, i provvedimenti che vengono fuori sono migliori”.

(Lapresse)

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