Manovra, Landini: “Di conti parlo con il premier. Perché Salvini non viene a Palazzo Chigi?”

Le dichiarazioni del segretario generale della Cgil

Foto Donato Fasano - LaPresse in foto il segretario della Cgil Maurizio Landini

MILANO“Sarò a Palazzo Chigi perché è normale che sulla legge di Bilancio il segretario generale della Cgil, come è sempre stato, abbia come interlocutore il presidente del consiglio e quindi tutto il governo. Quel tavolo del resto è stato attivato dopo mesi di mobilitazione unitaria da parte dei sindacati confederali e introduce una novità importante per ora di metodo perché la manovra dell’anno scorso il governo non l’aveva discussa con nessuno. Non solo con noi, ma nemmeno con il Parlamento che in pratica ha votato la fiducia senza conoscere il testo”. Così il segretario della Cgil, intervistato dal Corriere della sera, in merito al tavolo sulla manovra convocato da Giuseppe Conte e rispondendo alla domanda sul perché martedì non sarà a quello del Viminale.

L’invito al vicepremier Salvini

“Semmai – prosegue Landiniil problema è perché Salvini non è al tavolo della presidenza del Consiglio, dove c’è tutta la maggioranza. Il tavolo sulla manovra è uno, ed è quello di Palazzo Chigi. Del resto una deve essere anche la manovra. Se poi hanno intenzione di presentarne due diverse, ci avvertano per tempo perché il Paese avrebbe un problema serio. In ogni caso le fibrillazioni interne alla maggioranza non vanno scaricate su di noi, non vanno usate per strumentalizzare i sindacati”.

La manovra si discute a Palazzo Chigi

“Non è una questione personale. Ripeto, il tavolo per discutere e trattare i contenuti della manovra è quello alla presidenza del Consiglio. Se poi i singoli ministri convocano incontri la Cgil ci sarà, come sempre, ma con i segretari che hanno la delega per le specifiche materie. È singolare che Salvini voglia parlare di tutto tranne che dei temi che riguardano il suo ministero. Come, per esempio, della situazione delle forze dell’ordine che sono sotto organico, e delle loro condizioni salariali e di lavoro spesso non adeguate. O della decisione di chiudere i porti quando sono più i giovani costretti ad emigrare all’estero che gli stranieri che arrivano nel nostro Paese”, aggiunge Landini intervistato dal Corriere della sera, sempre sul perché martedì non sarà al tavolo del Viminale.

(AWE/LaPresse)

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