Salvini difende la ‘manovra’: Juncker e Moscovici hanno rovinato l’Europa e l’Italia. Draghi da Mattarella

Il leader della Lega: la mattina non mi sveglio pensando al loro giudizio. Boccia: se riusciamo a far capire che con la manovra c'è crescita, riusciremo a dimostrare che è sostenibile

ROMA – Attacchi politici, alcuni dettati dalla ‘preoccupante’ (per qualcuno) avanzata dell’amministrazione giallo-verde. L’Europa teme i rischi dell’operazione ‘pentaleghista’, ma Matteo Salvini sembra dormire sonni tranquilli. Il leader del Carroccio e ministro dell’Interno continua la sua ‘lotta’ contro l’Europa. Se attaccato, il vicepremier si difende. E lo fa in modo chiaro: “L’Europa ha accolto manovre finanziarie che hanno precariato e impoverito l’Italia”, ha spiegato Salvini appena giunto al villaggio della Coldiretti a Roma. Una stoccata con destinatari ben precisi: “La mattina non mi alzo pensando che persone come Juncker o Moscovici hanno dell’Italia e del suo governo. Sono loro che hanno rovinato il nostro Paese e l’Europa. Dicano quello che vogliono, noi andiamo per la nostra strada con serenità”.

Boccia: il governo ha messo in conto la perplessità dell’Europa

Che l’Europa potesse avere delle perplessità sulla ‘manovra del popolo’ era ampiamente immaginabile. “Il governo l’ha messo in conto”, ha infatti affermato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia dopo un’assemblea a Firenze. Ma c’è uno spiraglio per far recepire la bontà di questa operazione, accolta con grande positività dai cittadini: “Se riusciamo a far capire che c’è crescita, possiamo spiegare che è sostenibile” fa sapere ancora Boccia che chiude “Se invece intervenissimo solo sul deficit, saranno i mercati stessi a penalizzarci”.

Draghi al Colle per un incontro con Mattarella

Si è scomodato addirittura Mario Draghi, il presidente della banca centrale europea. Nella giornata di mercoledì ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Colle per un incontro provato. A quanto pare avrebbe ‘messo in guardia il paese sui rischi sottovalutati nella realizzazione della manovra.

 

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